ESPERIMENTI LETTERARI Il Trono di Ruspe

Il Trono di Ruspe – Capitolo 8: Tradimento

Scritto da Rorschach

Quella che state per leggere è una storia di pura fantasia. Ogni personaggio, nome citato, luogo e situazione non sono riferiti ad un contesto reale, ma sono da attribuirsi ad un mondo puramente immaginario. Ogni riferimento a fatti, luoghi, storie, situazioni e personaggi realmente esistenti è puramente casuale.

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IL TRONO DI RUSPE

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Capitolo 8: Tradimento

 

Il sole si nasconde oltre l’orizzonte, ma i suoi raggi iniziano già ad illuminare tiepidi le tenebre, tingendo candidamente il cielo di rosa e arancione. L’enorme accampamento si sveglia sotto il rumore delle prime preghiere del mattino, un’enorme distesa di voci si alza nell’aria, così come fronti su stuoie di paglia di oltre duemila guerriglieri. Versi profondi e cantilenanti cullano il risveglio di Matt e dei soldati.

——Un’ora e mezza prima——

Khalid, svegliati.

Amjad tira un calcio alle costole del ragazzo, svegliandolo di colpo.

Il guerrigliero scatta su con la schiena afferrando un coltello sotto la stuoia, la lama sporca di sangue secco: “Ci attaccano? Ci attaccano?!?

L’arabo si chiude gli occhi stringendosi in naso fra le dita: “Khalid, maledetto ritardato, sono io. Metti giù il quella cosa, non è il momento adatto.”
“Oh, m-m-m-mio signore… è successo qualcosa?

Amjad inizia a camminare avanti e indietro davanti al ragazzo, all’aperto. È ancora notte: “Sì, non riesco a dormire.
Cosa la turba, mio signore?
Non qua, seguimi.

Il ragazzo si alza cominciando a seguire il suo leader abbandonando a terra il coltello sporco di sangue. Due guerriglieri lo vedono cadere e iniziano a lottare per contenderselo come cani rabbiosi.
Dallo a me!
È MIO!
Ha scopato prima me.
Sì, ma chi ha pregato meglio Allah mentre lo faceva?
N-n-non vale!
ALLAUH AKBAR!

Esplodono.

Amjad è Khalid si avvicinano ad una grande tenda verde scuro, due guardie all’ingresso puntano i fucili ordinando alle due sagome scure di fermarsi.

Fermi. Parola d’ordine?
La voce rauca di Amjad gli risponde: “Don’t let your dreams be dreams. Yesterday you said tomorrow, so just do it. Make your dreams come true. Just do it. Some people dream of success while you’re gonna wake up and work hard at it, nothing is impossible.
Socchiude gli occhi contraendo la mascella: “You should get to the point where anyone else would quit and you’re not going to stop there. No, what are you waiting for?

Si avvicina sempre di più ai due uomini con fare minaccioso: “Do it! Just do it. Yes you can. Just do it! If you’re tired of starting over…
Sospira rumorosamente: “Stop giving up.

I due soldati si guardano e si scostano lasciando passare la coppia.

Khalid: “Ahem, mio signore… non sarebbe più semplice usare un’altra parola d’ordine?
No.
Che poi non ho capito nien-
Zitto.

L’uomo spinge il ragazzo contro dei cuscini facendolo sedere: “Poche chiacchiere Khalid, dobbiamo parlare. Sei uno dei miei soldati più fidati, e ho un compito da farti svolgere. Entrerai in azione tra poco.
L-L-Lei mi onora, mio signore. Davvero. Una missione d-d-da parte sua è un grande orgo-
Seh, seh, seh. Arriviamo al punto: non mi fido di questo Moncliff, per niente.
Come puoi dire una cosa simile?
Yee.
Eh?
Niente. Semplicemente questa notte ci siamo incontrati con lui e i suoi uomini, con noi c’era anche Makeen… è riuscito totalmente ad assoggettare il mio uomo più fedele. Abbiamo anche rischiato di ammazzarci a vicenda. È nostro nemico, Khalid, ma ha in mano metà del nostro esercito… Non possiamo ucciderlo subito, rischieremmo una rivolta…” Sospira scuotendo la testa: “Questo politico italiano è pericoloso, riesce a piegare la logica degli altri al suo volere.
M-m-ma mio signore, ci ha portato gli americani, ed è il padre del profeta!
La voce si fa più alta: “Le gesta di un padre di certo non rispecchiano sempre la grandezza di un figlio! Se così fosse io stuprerei bambine vive, dannazione!” Increspa le sopracciglia sul volto in uno sguardo di sfida verso il ragazzo, il timbro più sottile e minaccioso: “Ti sembra forse che io le stupri da vive?
Oh, no. Mio generale, no di certo. La sua grandezza secondo i nostri sacri precetti inventati è molto maggiore rispetto quella di suo padre!
Mh, bene.

Amjad porta le mani dietro la schiena: “Inizia le tue preghiere del mattino.
Ora…? Ma manca quasi un’or-
Fallo adesso. Quando verrà il momento della preghiera farai il giro dell’accampamento e raggiungerai la tenda degli occidentali.
M-m-ma non posso saltare la preghiera! Allah si infurierà!!
Farai ciò che ti dico. Devi controllare che stiano pregando anche loro. Voglio essere sicuro che siano fedeli alle nostre sacre leggi.
M-m-ma mio s-s-signo-

Un rovescio violentissimo lo raggiunge al volto ruotandogli la testa in uno schizzo di sangue.

Amjad si scaraventa su di lui schiacciandogli le spalle con le ginocchia, un lungo coltello nella sua mano preme sulla palpebra inferiore dell’occhio sinistro di Khalid. “Ascoltami bene ragazzo: ho fatto un viaggio di una settimana tra sabbia e merda, non tocco capra da mesi, arrivo qua e scopro che metà esercito è diventato autistico, i miei soldati cominciano a dubitare di me, la crociata per Allah ritarda sulla tabella di marcia e tutto mi scivola sotto i piedi per colpa di un fottuto cane occidentale!

La lama inizia a scivolare scavando una linea scura sulla delicata pelle del ragazzo, una goccia di lacrima e una di sangue scivolano sul bordo del naso fondendosi delicatamente.

Dimmi un po’, secondo te ho davvero voglia di discutere…?

 

———Un’ora dopo———

Il ragazzo si preme l’occhio sinistro con una mano mentre corre velocemente sul bordo esterno del campo, teme che la palpebra possa staccarsi da un momento all’altro. Il buio lo protegge ancora per poco, ma non può rischiare che qualcuno lo veda: tra qualche minuto inizierà la preghiera e rischia la morte, solo il dolore e la paura lo spingono ad andare avanti. Le fitte all’occhio sono insopportabili, ma non deve fermarsi. Non può.

Scivola dietro un cumulo di sassi e mattoni bucherellati lasciando sporgere la testa dietro il bordo: la grande tenda del Moncliff è a poche decine di metri da lui, può farcela.

——

“Luisaaaaaaa!! È quasi mattino!!”

La voce della ragazza si solleva cinguettando dall’altra parte della tenda: “ArrivoOooOooOoo!!”

Corre leggera poggiando solo gli avampiedi e sfilandosi subito il burqua. Si getta sul corpo di Matt premendo il seno sulle sue gambe iniziando a infilare dita veloci e curiose sotto il bordo dei setosi pantaloni di lui: “Ma buongiorno, mio presidente!”

L’uomo incrocia le mani dietro la testa e sospira di piacere. Chiude gli occhi e si lascia andare.

I cinque militari sono seduti su dei cuscini e osservano la scena con invidia da una decina di passi.

Nicola: “Caspita… Come mi manca la mia ragazza…”
Ignazio: “Anche a me… mia moglie è a casa che mi aspetta con Adriano e Cosimo, i miei due bambini…”
Ciro: “Ignà? Sei spusàt? Ma ovèr? Non t’ c’ vedevo propr!”
Nunzio: “Ti sei fregato eh? Com’è la vita una volta chiusi in gabbia?”
Gli altri soldati ridono, ma il tiratore scelto non la prende bene: “Ma annatevene a fanculo. Mi moje è ‘na bomba.”
Carmelo si volta verso di lui sollevando un sopracciglio: “A Ignà, m nun zi’ d Ròm?”
Ignazio: “Sì, embè?”
Dopo qualche istante di silenzio gli altri quattro militari ritornano a ridere: “Ma dai Ignà, ma che donne c’avete a Roma?”
Ciro: “O sacc’n tutt ormà!”
Nicola: “Già! La vera donna è quella del sud!”
Nunzio: “Eh già. La donna vera, quella autentica italiana!”
Carmelo: “Voi al norde nun ce le tinete! No no!!”
Ignazio: “Ma che state a di’?”
Nicola: “La vera donna che ti prepara il caffettino alla mattina con la Peroni sudata…?”

Gli uomini iniziano a toccarsi.

Ciro: “E lu babà con la crema napuriell we we…?”

Si sbottonano i pantaloni mimetici.

Nunzio: “Che ti porta il vero panzerotto fatto da vere mani oneste vere del vero sud…?”

Si abbassano i boxer.

Carmelo: “Mmmmmhhh….”
Nunzio chiude gli occhi iniziando ad immaginare: “Quanto è bello, poi, quando approcci una vera donna del sud con tutte le vere curve al punto giusto? E le offri la vera focaccia del sud e il vero panzerotto alla ricotta squanna indossando la maglia di calcio del Matera?”

Lo sguardo di Nicola si capovolge all’indietro estasiato.

Nunzio: “E la porti sul vero lungomare autentico dove le offri il vero vino al cartone al sapore di terra dei fuochi, mentre l’odore di cozze sale dalle vere onde dell’unico vero mare?”

La mascella di Ciro inizia a tremare.

Nunzio: “E com’è bello quando poi prendi questa donna vera e la pieghi sul letto, facendole capire chi comanda da vero bomber di razza autentica iscritta all’albo AIRiM?”

Carmelo scatta con la testa verso sinistra in preda a spasmi di piacere.

Nicola: “Oh, sììì… Oooohhh…”
Ciro: “Continua, ti pregoooh…”
Nunzio: “E inizi a scoparla forte con gli occhiali da sole mentre lei, da brava donna vera del vero sud autentico e vero, dice il rosario come si confà ad una vera donna genuina del vero meridione?”
Nicola: “Oooohh sììììì….mmmmhhhh…”
Carmelo: “Aaahh… Aaaahh…”
Ciro: “E poi con una mano culla il bambino da brava, un vero bambino del vero sud, unica terra di vere gioie e veri piaceri col vero mare autentico che figurati non esiste da nessuna parte quello così vero.”
Nunzio: “MMMMMHHH!!”
Nicola: “E il sole unico e vero alto nel cielo!!”
Carmelo: “OOOOOOOOHHHH!!”
Nicola: “E con l’altra mano, mente la scopi da vera femmina qual è con la F maiuscola, stende la massa per i cavatelli freschi con vera farina e vera acqua del vero sud per omaggiare la nostra vera terra i gli autentici sapori della vera tradizione.”
Carmelo: “AAAAANNNGHHH!!”
Nunzio: “E in cucina c’è la vera e unica suocera del sud che prepara le inimitabili cime di rapa e annuisce soddisfatta da vera donna in grado di valorizzare e apprezzare il vero valore di un vero uomo ignorante ed è felice per la figlia.”
Ciro: “Oh sì, oh sì!! Ci sono quasiiiihhh..!!!”
Nunzio: “E mentre la scopi ascoltate musica latina su Radio 105.”
Nicola: “AAAAAAAAAAAAHHHH!!”

I quattro soldati vengono simultaneamente gemendo intensamente.

Ignazio è fra loro, gli occhi spalancati. Non ha il coraggio di muoversi, gli occhi ridotti a due puntini neri: “M-m-m-ma c-c-c-c-”

Dopo qualche secondo un rumore lo risveglia, ruota il viso e intercetta un movimento: qualche metro alla sinistra di Matt il velo della tenda inizia ad alzarsi.

Comincia a dare dei colpetti a Nunzio: “Caporà… Caporà… C’è qualcuno lì fuori…” L’uomo è ancora perso, la sua testa ciondola avanti e indietro senza controllo. Ignazio resta a guardare, il lembo continua a muoversi sollevandosi piano. I lamenti delle preghiere di migliaia di uomini rimbombano dall’esterno ritmicamente.
“N-n-non è p-p-possibile. È l’ora della preghiera, nessuno p-p-p-”
Si solleva in piedi mettendosi in allerta, non può uscire dalla tenda o lo scoprirebbero, questo lo sa bene. Si guarda intorno. Dietro di lui quattro soldati tremano a terra in mezzo a spasmi convulsivi di piacere e davanti a lui Matt è preso da Luisa. Si volta a sinistra e si rivolge verso Mary, dorme.

“Merda.”

Si avvicina lentamente alla parete obliqua della tenda, inginocchiandosi e piegando il viso contro la sabbia. Trattiene il fiato.

La stoffa si alza piano, il bordo rosso e nero si solleva: davanti agli occhi di Ignazio altri due. Uno sguardo terrorizzato, sporco di sangue e dalla sclera rossa trema a qualche centimetro dal suo viso.

“E TU CHI CAZZO SEI?!?”

ABB

È un attimo, l’arabo sparisce iniziando a correre all’esterno. Ignazio si getta verso l’uscita della tenda afferrando un fucile, ma la grossa mano di Nunzio gli afferra il braccio. L’uomo è tornato in sé, il suo occhio freddo e la mascella fieramente barbuta si muovono severi: “Non puoi andare ragazzo, se ti trovano in giro durante l’ora delle preghiere salta tutto. Lo sai.”
“MA CI HA VISTO!!”

“Lo so.”

Il caporale è improvvisamente tornato serio e guardingo.

“CAPORÀ, MA CHI CAZZO ERA?”
“Immagino che lo scopriremo presto.”

La stretta della mano sul braccio di Ignazio si fa più forte: “Ma temo non sarà niente di buono…”
Una sensazione tiepida avvolge umida il bicipite del tiratore scelto, volta lo sguardo stringendo le labbra disgustato: “A caporà, ma le mani per caso le aveva pul-”
“Non c’è tempo, dobbiamo avvisare Matt.”

——

Corre. Corre come se avesse dietro un esercito di americani, due squadre della legione straniere e venti agenti dell’UNICEF. Solleva la sabbia sotto i suoi passi, non può perdere un solo secondo, l’alba si sta avvicinando e l’oscurità sarà sua amica ancora per poco.

Spinge sui quadricipiti, suda nei vestiti neri. L’hanno visto. Lo sa, il soldato l’ha guardato negli occhi, ma non ha potuto farci niente, d’altronde aveva già visto abbastanza. Riflette fra sé e sé confortandosi: di sicuro gli occidentali devono fare ancora più attenzione di lui prima di uscire dalla tenda durante la preghiera.

Intravede la tenda di Amjad, è al sicuro, lo sa, se lo sente. I polpacci bruciano terribilmente.

Dopo qualche minuto si getta sulla sabbia sollevando il lembo della tenda e intrufolandosi strisciando sui tappeti. Amjad lo aspetta seduto su mezza dozzina di cuscini di stoffa e lana.

Ah, ragazzo. Era ora. Ti stavo aspettando.
M-m-mio signore, ma lei non p-p-p-

L’uomo arabo si indica l’occhio sinistro sorridendo a Khalid: “Ragazzo, ti ho fatto una domanda…
“S-s-sì.. Ecco, nessuno mi ha visto… ho fatto il giro largo e…
Hai trovato la tenda dei cani?
Sì.
Beh?
Ecco, mio signore… Non so come dirlo… I cinque soldati si stavano toccando gemendo come animali fra loro.
Questo è un bene, ma il loro capo? Il Moncliff??
Il ragazzo abbassa lo sguardo, vergognandosi: “L-l-lui… Beh… Stava facendo sesso con una donna, mio signore…

Amjad scatta in piedi, la pelle gli si sbianca e gli occhi si divaricano in un’espressione disgustata: “U-u-una donna? SCOPAVA UNA DONNA? MA CHE RAZZA DI PERVERTITI ABBIAMO FRA NOI?!?
L-L-Lo so, mio signore… Mi spiace… Sono rimasto shockato anche io… Non riuscivo a crederci allora ho guardato la scena da punti diversi per esserne sicuro, ma…
Ma…?!?
Mi hanno visto…
COSA?!?

Il ragazzo si getta a terra in ginocchio: “Mi spiace, mio signore, mi spiace… Ma non mi hanno seguito, e non mi hanno riconosciuto. La prego deve credermi. L’importante è aver avuto la prova, no?
Amjad lo guarda dall’alto accarezzandosi la barba.
Non pregano durante le preghiere sacre. Non sono islamici, mio signore. È la prova che volevamo, sono degli impostori!

L’arabo si inginocchia davanti al ragazzo: la sua palpebra sinistra si sta attaccando all’occhio per via del sangue che inizia piano a coagulare e un fiume di lacrime gli attraversa un volto stravolto dal dolore e dalla paura.

Sollevati, mio caro Khalid.” Gli sorride affettuosamente poggiandogli le mani sulle spalle: “Sollevati, mio dolce fratello fedele.

 

———Quattro ore dopo———

 

L’accampamento è in subbuglio, il sole è ormai alto nel cielo e grida si sollevano dalla sabbia.

Traditore!
Infedele!
Maledetto!
Allah lo uccida!!

Matt grida e impreca. Sono ormai barricati al centro della tenda da ore, aspettando l’inevitabile. Tutto intorno a loro sacchi di sabbia li circondano per un metro e mezzo d’altezza e un metro di spessore. Mary e Luisa piangono, Matt bestemmia ininterrottamente stringendo in mano due semiautomatiche e i militari italiani formano un pentagono armato all’interno del loro piccolo muro difensivo. Dall’esterno le minacce non fanno che aumentare.

Dopo mezzora la voce di Makeen si fa sentire: “Moncliff, Moncliff! Mio signore!!
Matt poggia una mano sui soldati davanti a lui: “State pronti, ma non sparate prima di un mio ordine.”
Fa un cenno a Mary, la donna traduce gridando e tremando: “ENT-T-TRA!

L’arabo irrompe nella stanza da solo alzando le mani al cielo: “Mio Moncliff! Allah è grande, abbiamo scoperto un traditore fra noi!

Matt socchiude gli occhi: “Sperano davvero di farmi uscire allo scoperto così?” pensa fra sé e sé.

Makeen solleva un braccio verso l’entrata della tensa: anche Rajab entra esultando. “Mio Moncliff! Amjad ha catturato una spia per te! Ha detto che tuo figlio, il profeta, gli è apparso in sogno comunicandogli la verità!

L’uomo si interrompe guardando il gruppo barricato dietro i sacchi davanti a sé: “Ma… Come mai questa disposizione, mio Moncliff? Si sente minacciato? Possiamo aggiungere altre guardie alla sua scorta se lo desidera.
Makeen annuisce: “Posso metterle a disposizione i migliori calzolai armati e analfabeti dei nostri ranghi.

Nunzio solleva un sopracciglio: “S-s-strano… non sembrano allarmati…”
Matt rimane in silenzio e si solleva in piedi guardandogli negli occhi: sul volto dei due arabi solo stupore misto a gioia, non gli sembra di riconoscere neanche una sola riga di falsità e inganno… e lui conosce bene entrambe.

Scavalca i sacchi in sabbia dirigendosi verso gli arabi. Luisa grida alle sue spalle: “MATT!! DOVE VAI?!? CI AMMAZZERANNO TUTTI.”
“E infatti dietro quei sacchi non ci riusciranno mai… Andiamo.”

Dopo qualche minuto l’intero gruppo cammina fra le tende del campo, centinaia di guerriglieri si dirigono verso un’altura rocciosa poco lontano: “Il traditore è stato trovato!
A morte!
I precetti di Allah vanno rispettati!

Matt si guarda intorno meravigliato, così come i cinque soldati e le due donne sotto il burqa.
“M-m-ma quindi non cercano noi?”
Ignazio, sei sicuro di quello che hai visto?”
“Sicurissimo generà, ci hanno beccato. L’ho visto con i miei occhi.”

Dopo qualche minuto la pendenza della strada si fa più ripida. I piedi di Matt scivolano sui sassi spigolosi e taglienti mentre si arrampica con fatica seguendo il percorso indicato da Makeen.
La sabbia e la terra rossa e ocra si poggia sui vestiti, mentre un fiume di guerriglieri in nero si apre al loro passaggio fino a farli arrivare sulla sommità dell’altura, oltre di essa uno strapiombo di centinaia di metri su un letto di bollenti rocce rosse e smussate.
Si fermano e guardano davanti a loro: sul bordo del precipizio Amjad regge una tenaglia con una mano sorridendo e punta l’indice contro Matt. L’arnese si chiude sulla lingua dell’uomo dietro di lui, le mani del ragazzo strette disperate attorno a quelle dell’arabo. Geme incontrollatamente di dolore.

Aaaahhjkk!! Aaaahhkkk!!

La punta delle dita dei piedi e la tenaglia distesa verso l’abisso sono l’unica cosa che lo tengono ancorato a quella sporgenza rocciosa. Un minimo errore e precipiterà giù strappandosi la lingua.

Ignazio si avvicina a Matt: “Generà… è lui. È lui il ragazzo di stamattina, lo riconosco dagli occhi: quello sinistro è gonfio, rosso e perde sangue. Non posso sbagliarmi.”

Amjad solleva la mano iniziando a gridare, la folla si interrompe.

Questo mio fratello è stato con me, con noi, sin da subito. Il suo nome è Khalid e gli ho voluto bene come se fosse stato mio figlio!

Urla di rabbia si sollevano per tutta la valle così come i lamenti del ragazzo e centinaia di bandiere nere verso il cielo.

Aaaahhjkk!! Aaaahhkkk! kkkhhhkhhhnnnghh!

L’arabo rprende: “Questo mio figlio ha combattuto con noi, ha sanguinato con noi, ha la nostra stessa fede e gli nostri stessi obbiettivi… MA OGGI IL PROFETA MI È VENUTO IN SOGNO E MI HA RIVELATO CHE NON SEGUE LE NOSTRE LEGGI!

Il boato si fa sempre più forte: “Traditore!
Maledetto!!
Vergogna!
Tutti a casa!!
Uno vale uno!!

Amjad riprende: “Oggi ho scoperto che questo mio figlio ha tradito il nostro Dio, ha tradito Allah! Non ha pregato!! QUESTO MIO FIGLIO, QUESTO NOSTRO FRATELLO, HA SALTATO LA PREGHIERA DELLE 4.41!!

Per qualche secondo su tutta la valle non si sente altro che l’ansimare sordo e strozzato del ragazzo. Il corpo penzolante verso il dirupo e la lingua sanguinante e viola stretta nella tenaglia. Le mani strette attorno ai polsi di Amjad lo aiutano a stare su.

Aaaahhjkk!! Aaaahhkkk!! Nnnnnnggghkkkkaaahhh.

Solo la sua voce, vento caldo e i raggi del sole. Come una valanga il brusio inizia lentamente, per poi scatenarsi sempre più facendo tremare la terra sotto i piedi:

A MORTE!!
INFEDELE!
TRADITORE!!
A MORTE!
SIA FATTA GIUSTIZIA!
ALLAH VUOLE IL TUO SANGUE!!
DUE LEGISLATURE E POI A CASA!
APRIREMO IL PARLAMENTO COME UNA SCATOLETTA DI TONNO!”

Amjad ha gli occhi fissi su Matt, tutt’intorno le voci si sollevano infuriate, ma nei loro sguardi regna solo tensione e silenzio. Come due lupi si guardano per studiarsi prima dell’affondo ponderando le proprie possibilità, così Matt e Amjad si confrontano.

E DIO NON PERDONA CHI NON SEGUE LE NOSTRE LEGGI!!

L’arabo lascia andare la tenaglia: le mani del ragazzo si distendono in avanti, l’occhio sinistro pulsante e livido, quello destro nero e pieno di lacrime. La tenaglia si è conficcata con forza nella lingua, riuscendo quasi a tagliarla a metà e riempiendogli la bocca di sangue. Khalid prega Dio mentre precipita verso il basso. Il suo sguardo implorante sul capo di Amjad, il suo leader, la sua guida, non si volta neanche a guardarlo mentre scompare oltre le rocce, dopo averlo tradito. “Ma perché? C-c-cosa ti ho fatto, mio signore…?
Il corpo si lascia andare, accarezzato dall’aria e dalle grida gioiose dei presenti.

Amjad continua: “Non perdona nessuno. Nessuno di noi.

Dopo mezz’ora di grida e spari al cielo Matt si gira, cominciando a camminare seguito da tutto l’esercito. Non sa perché, ma acclamano anche lui.

Nunzio, Luisa e Mary gli si avvicinano: “Matt… Che significa?”
Matt: “Non capite? Era il suo uomo ed era lo stesso che gli ha detto di non averci visti in preghiera. Ormai sa che non siamo islamici. L’ha ucciso per dimostrarci che è disposto a tutto pur di vincere la partita.”
Il caporale sospira: “E noi siamo i prossimi.”
Matt: “Esatto.”
Luisa scivola più vicina al suo uomo: “M-m-ma quindi? C-c-che si fa?”
La giornalista scuote la testa: “Beh Matt vorrebb-”
Matt si volta verso Mary stringendo la mascella: “NO. Non. Dire. Niente.”
Mary: “È una follia Matt, devi dirglielo. Se ci beccano ci ammazzano tutti!!”
Matt: “Quindi? Quale sarebbe la novità?”

 

———Epilogo———

I suoi passi calpestano velocemente sabbia e ghiaia. Deve fare in fretta, non ha tanto tempo. Si nasconde il volto nel velo nero percorrendo il bordo esterno del campo, nessuno deve vederla. Dopo qualche minuto supera un bivacco, una decina di guerriglieri parlano dello spettacolo visto quella mattina.
Scivola silenziosa dietro di loro. Dopo qualche minuto arriva dietro l’enorme tenda di Amjad, due guardie sono appostate all’entrata e una terza cammina pigramente intorno al perimetro. Si acquatta e aspetta: calcola quanto tempo ci mette l’uomo a fare un giro completo, dopo qualche secondo scatta in avanti. Sfila un picchetto poggiandolo a terra, solleva il lembo della tenda e si intrufola all’interno. Il cuore le batte all’impazzata nel petto. Cammina in silenzio sui tappeti inoltrandosi fra casse di acqua, cibo e munizoni. Una lampada ad olio illumina debolmente il povero arredamento: qualche sedia, delle lenzuola e la stuoia in paglia. Su di essa un uomo dorme silenziosamente.

La ragazza si porta alle sue spalle, la tensione scivola liquida sulla sua fronte. Conta fino a tre poi agisce. Si butta sull’uomo tappandogli la bocca e inizia subito a sussurrare: “Silenzio! Sono tua amica! Fa’ silenzio, per favore!

Amjad comincia a divincolarsi per poi separarsi dalla donna con uno strattone.

Tu? Cosa ci fai qua?
Fai piano! Sono venuta per parlarti!
Nel cuore della notte, di nascosto come un assassino? Una donna?” Comincia ad alzare la voce per chiamare i soldati fuori dalla tenda: “GUAR-
Riguarda il Moncliff. È impazzito.

L’uomo interrompe il suo grido rivolto agli uomini.

Delle voci lo raggiungono: “Mio signore, ha parlato?
La donna gli sussurra: “Devo parlare solo con te. È importante.
Amjad la guarda scettico socchiudendo gli occhi.
Ti prego, mio signore…
Mmmhh… No. Sto bene così. Tranquilli.

La donna lo guarda ringraziandolo in silenzio chinando il capo.

Parla in fretta, che cosa volevi dirmi?
Il Moncliff è impazzito, ha soggiogato totalmente Makeen e tutti gli altri uomini. Quello che sta succedendo in questo campo è assurdo. Non ha niente di logico.
L’arabo si accarezza la guancia annuendo col capo: “Questo lo vedo bene, non mi avrai certo interrotto nel cuore della notte per dirmi questo.
Vuole tradirti stanotte. Il tuo gesto di oggi l’ha fatto uscire di testa.
Stanotte? Chi? Il cane occidentale?
Sì.
L’arabo scuote la testa stropicciandosi gli occhi: “Cosa sai?
Conosco i soldati italiani, anche loro si fidano del Moncliff, ma ne sono totalmente assoggettati. Dopo aver rischiato la loro vita per catturare gli Americani… beh, stanotte il Moncliff li vuole liberare.
COSA?
Sì. E poi vuol dare la colpa a te.
N-n-non è possibie. Non ha senso…” Riflette qualche altro secondo: “Maledetto infame occidentale.

Si alza in piedi e solleva la ragazza afferrandola per le spalle: “Perché dovrei fidarmi di te?
S-s-s-sai… N-n-non sono sempre stata al suo fianco…” la ragazza inizia a tremare di paura “Sono una giornalista, ero in viaggio verso l’Italia per fare un’importante reportage. Ha distrutto il mio lavoro, p-p-poi mi ha rapita e costretta a stare con lui. So che sei un uomo di parola quindi…
Quindi…?
La ragazza trema nascondendo lo sguardo: “Quindi s-s-s-speravo che d-d-d-dicendoti questo potessi avere la tua r-r-r-riconoscenza…

Amjad la lascia e solleva la testa, guardandola dall’alto: “Cosa vuoi, donna?
La ragazza si afferra le braccia nervosamente: “V-v-voglio tornare a casa… t-t-tutto qua.
L’arabo la osserva, può solo scorgere gli occhi decisi, ma intimoriti della giornalista dalla feritoia nel burqa: “Mi stai dando la testa di un nemico e dei suoi cinque soldati. Se avessi il cazzo ti terrei nel mio esercito, ma sono comunque un uomo riconoscente.
Sospira: “Ti lascerò al villaggio più vicino, niente di più.
La ragazza sorride: “Sarà sufficiente, va benissimo! Grazie, oh grande! Grazie mille! Ora presto, dobbiamo andare. Non ci deve vedere nessuno.
Perché?
Perché dovremo ucciderlo prima che liberi i soldati e se qualcuno ci vedesse farlo fuori potrebbe spingere l’esercito di Makeen a rivoltarsi contro di te. Per loro lui è il Moncliff.
Amjad annuisce ammirato: “Sei sveglia per essere una donna. Va bene, fammi strada.

Scivolano entrambi sotto il telo della tenda, poi iniziano a camminare nella notte. Le due sagome scure si muovono nelle ombre in silenzio. La maggior parte dell’accampamento è piombato nel sonno e nessuno si accorge di loro. Dopo qualche minuto Mary comincia a camminare più lentamente: “Adesso non possiamo più camminare all’esterno, dobbiamo spingerci fra le tende.
Fai strada, donna.

I loro passi scuotano la sabbia sotto i piedi, passano fra le tende velocemente, ogni volta che vedono un gruppo di guerriglieri accanto un falò cambiano velocemente strada. Superano casse di munizioni, camion, fucili e un recinto pieno di capre esauste. La notte è nera e i due salgono e scendono attraverso un percorso tortuoso fra tende e mucchi di sassi.

Siamo quasi arrivati, adesso dobbiamo fare piano.
Amjad sfodera il pugnale: “Va bene.
La ragazza si comincia a toccare il burqa nervosamente: “Fermo. Aspettami qua, vado a chiamarlo. Conosco bene questa zona, siamo vicini alla sua tenda.
L’uomo si passa il coltello sulle labbra: “Sbrigati… Non vedo l’ora di assaggiare il sangue dell’occidentale.

Mary scompare davanti a lui, inoltrandosi nell’ombra. Dopo qualche secondo l’impazienza si impossessa dell’arabo. Comincia a grattare la sabbia col pugnale guardando davanti a sé sedendosi sui talloni, in attesa di un cenno o un movimento fra le ombre. La lama scivola sul terreno arido in un debole raschio metallico.

Continua ad aspettare per un altro minuto, i secondi passano interminabili finché non lo sente: una serie di rumori si fanno più vicini. Dei sassolini rotolano e un colpo di tosse rompe il silenzio della notte.

Non ha neanche il tempo di mettersi in piedi: due riflettori vengono accesi e puntati su di lui. La luce lo abbaglia, si ripara il volto con la mano.

CD

Intorno a lui solo silenzio e sospiri di stupore.

Una voce si solleva debolmente: “Amjad… Tu…
Un’altra finisce la frase: “Come puoi averci fatto questo…?

Makeen stringe in mano un foglio di carta con una scritta: “Il profeta ha avuto una visione, seguimi.” Matt è accanto a lui, imbraccia un fucile provando a non sorridere.
L’uomo si volta disorientato, incapace di capire cosa sta succedendo. Una mano gli ripara gli occhi, l’altra stringe ancora il pugnale.
C-c-che sucede?
Si mette in piedi, centinaia di occhi furiosi lo osservano da dietro i riflettori. Dopo qualche secondo una voce di donna interrompe l’incredulità generale: “IL PROFETA AVEVA RAGIONE! AMJAD IL TRADITORE! AMJAD IL TRADITORE!! HA LIBERATO I PRIGIONIERI! A MORTE!!
C-c-cosa?” si volta: dietro di lui due gabbie in ferro hanno le ante aperte, degli stracci arancioni sparsi sul fondo, catene e manette lasciate sul terreno.

Gli occhi gli si spalancano, porta le mani al petto e abbandona il pugnale a terra, nel sentirlo cadere lo sente tintinnare. Abbassa lo sguardo: ai suoi piedi un mazzo di chiavi. Risolleva il viso, la barba trema. I fucili iniziano a caricarsi, suoni meccanici di sicure disattivate e tintinnii di proiettili lo circondano. Makeen scuote la testa disgustato, sputa sulla sabbia.

N-n-n-o…

Le gambe faticano a stare ferme, non riesce a parlare. Muove gli occhi da destra a sinistra, dopo qualche secondo incrocia quelli di Matt, il sorriso sul suo volto è sottile e gli occhi accesi da una scintilla luminosa carica di sadismo. Accanto a lui Mary, lo saluta con la mano.

N-n-n-o… Maledetta tro-

Un grido si solleva furioso, è la voce di Matt: “Allahu Akbar!!”

L’istante successivo una scarica di decine di AK47 si abbatte sul corpo dell’uomo.

 

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Ogni disegno de Il Trono di Ruspe, dalle vignette nel testo alle copertine, è stato fatto dalla mano del bravissimo Zobly. Cliccate QUA per seguirlo sulla sua pagina FB, se lo merita.

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Rorschach

Studente di ingegneria, lettore di fumetti, bassista occasionale, amministratore e scrittore sconclusionato.
Non credo nelle descrizioni da blogger e quello che leggo su internet, non dovreste farlo neanche voi. Forse. Chissà. Meh. Fanculo.

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