ESPERIMENTI LETTERARI Storie

La routine soffoca l’idea di cambiare la propria vita in meglio (o in peggio)

 La routine soffoca l’idea di cambiare la propria vita in meglio (o in peggio)

 

Passeggio. Penso a tutto ciò che dovrei fare e che dovrei evitare per rimanere coerente con i sani principi che mi hanno cresciuto. Penso a tutto ciò che dovrei fare per arrivare al punto a cui, alla fine, chissà se arriverò. Futuro, futuro, futuro… Mi è tutto così fastidiosamente sconosciuto che, alle volte, non posso sopportare l’idea di quanta impotenza queste braccia raccolgano, di quanta stasi gravi sulle mie gambe. Sono troppo abituato a lasciarmi investire dal tempo, muovendomi secondo degli schemi. Neppure io stesso posso immaginare quanto sia succube a questi schemi.

Penso ai castelli di ghiaccio… quanto mi piacerebbe sopportare un po’ di più il freddo per potermi permettere una vita al Nord: lingua nuova, ambiente nuovo, persone nuove. Se solo potessi, mi trasferirei al freddo Nord e conoscerei una donna piena di onore e dignità, dagli occhi azzurri, dai capelli biondi, dalla pelle di porcellana e con lei potrei avere una bellissima bambina. Sì, una bambina fedele alla propria famiglia, amante dei cervi e a cui piace disegnare hafgufa e kraken. Giuro, le permetterei di andare in giro a fare escursioni con gli amichetti, dopo il quattordicesimo compleanno.

Invece, eh, invece son qui. Cammino lungo questo rettilineo terroso, il vento mi schiaffeggia il volto e, con lui, respiro questo sudicio tufo. Detesto la sporcizia di questo posto dimenticato da Dio e da Satana: nessuno se lo contenderebbe, un posto come questo, solo dei turisti smidollati che non sanno dove altro buttare le loro lattine vuote e grassoni depressi che sperano di poter cambiare qualcosa, correndo una volta al mese. Per fortuna sono dotato di una perfetta capacità isolante che mi permette di emarginarmi letteralmente e… ehi, sento qualcuno venire da questa parte. Sono due persone. No, non mi volterò mai per vedere i loro volti, non voglio che credano che mi senta in peric… ma, in effetti, potrei essere in pericolo!

Bene, analizziamo la situazione: questa strada è completamente deserta e la visibilità è scarsa. Ci siamo solo io e queste due figure che sento avvicinarsi. Potrebbero essere un uomo ed una donna armati di una qualche dannata siringa. Potrebbero cogliermi di sorpresa, drogarmi, rapirmi e far pagare chissà quali ingenti somme ai miei cari per lasciarmi in vita. Mi potrebbero torturare: mi legherebbero ad un palo e mi taglierebbero via le dita, una dopo l’altra. Oh, no, furfanti maniaci, non mi avete affatto colto di sorpresa: in tasca ho un coltellino pronto per essere usato proprio in situazioni come queste. Non mi avrete mai.

Eccoli. Il rumore dei loro passi è più vicino. Stanno correndo da questa parte?!

Sono pronto, diavolo, sono pronto! Io vi…

Due ragazzine?

Solo due ragazzine che fanno footing?

Mi verrebbe quasi da ridere. Che sciocco.

Ma guardale. Vanno in giro mezze nude anche per una corsa, scommetto che sono anche truccate pesantemente. Il modo in cui fanno ondeggiare i loro corpi mi dà sui nervi. Sembrano così sicure della loro bellezza, come se credessero che Venere stessa abbia baciato le loro figure statuarie.

Ma che strano. È così logico, eppure è così strano che io adesso sia alle loro spalle, armato di coltello in tasca.

La situazione si è capovolta ed io, confuso, non so più che ruolo recitare.

 

 

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Clicca qua per la seconda parte. Paradosso e routine: l’arte di non saper cambiare.

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L’immagine di copertina: La Reproduction interdite, Magritte, 1937.

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The Weeping Willow

Studentessa, amo fare tante cose che a volte odio nella stessa misura: faccio delle arti la fuga da tristezza e noia, ma non posso scappare dall’incertezza e dall’insoddisfazione. Preferisco non espormi, dal momento che, in qualsiasi modo qualcosa si dica o si faccia, verrà recepita in maniera differente ed in base alla visione del tutto che l’esterno vuole avere. In questo blog mi esporrò, almeno in parte, per la prima volta.
Proviamoci.

Prediligo la filosofia secondo cui più conosci te stesso, più conosci il resto e viceversa. La natura umana, in fondo, può essere un libro aperto. Eppure, tutto ruota intorno all'illusione.

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