Cronache di uno Studente Fuori Sede ESPERIMENTI LETTERARI

Cronache di uno Studente Fuori Sede. Capitolo 9: Santi e THC. Parte VIII: Disastro

Scritto da Rorschach

“Cronache di uno studente fuorisede” è, fra le altre cose, un esperimento narrativo. La scrittura non è lineare, le frasi sottolineate indicano i pensieri che mi son balenati in testa, quelle in grassetto sono relative alla mia parte razionale e quelle in corsivo alla mia parte emotiva. Il risultato potrebbe sembrare strano e un po’ schizofrenico. Beh, lo è.
Se non hai mai letto queste Cronache inizia qua, se invece ti sei perso la Saga di Daniela inizia da qua.

—————————————

Andrea è entrato nella mia vita e ho mostrato la parte peggiore di me troppo presto, dopo aver passato una nottata a dir poco “strana” e aver scatenato la sua metamorfosi abbiamo iniziato a convivere in modo pacifico e abbiamo iniziato a legare bene. Da qualche giorno si è aggiunto a noi un altro coinquilino e tutto sembra possa solo far peggiorare le cose. Nelle ultime puntate ho disperatamente provato a far trovare una ragazza ad Andrea, ovviamente senza successo. In compenso ho ottenuto una lite con lui che l’ha spinto a tornar a casa prima. Al mio rientro trovo una decina di ragazzi e la situazione si fa più calda del previsto con Julian che sembra abbia tutta l’intenzione di farmi passare una brutta serata. La lite prende una piega inaspettata e scopro che Andrea ha provato a convincere gli altri ragazzi a darmi una lezione. Adesso lui e Lukas sembrano molto più amici di prima e questo mi preoccupa non poco. Ho provato a riavvicinarmi ad Andrea e Lukas invitandoli con me a cena fuori con altre sette ragazze, ma senza successo. In compenso ho avuto una serata piacevole con Bejun che poi s’è trasformata in qualcos’altro di meno piacevole.
Tuttavia il mio flirt con la cinese continua e le cose in casa dovrebbero essersi assestate ad un livello di convivenza forzata, ma stabile. “Dovrebbero”, appunto.

Capitolo 9: Santi e THC

Parte VIII: Disastro

Mi incontro con Bejun alla fine della lezione e ci andiamo a prendere uno spritz prima dei corsi pomeridiani.

Spritz alle tre di pomeriggio?
Hey, siamo a Padova.

cocktail time

Il lettore forse si starà a questo punto stupendo di come io stia calcando la mano con Bejun, cioè: è una cinese, è brutta per definizione.
Giusto?
No. A prescindere da ogni tipo di narrazione e aggettivo che possa utilizzare scommetto che vi state comunque immaginando il solito scorfano giallo.
Quindi, a prescindere da tutto, mi costringete ad essere più chiaro: tipo Lucy Liu.

Siamo seduti al tavolino della facoltà di ingegneria e il sole si riflette debolmente sul piano in metallo. Bejun indossa occhiali da soli dalle lenti scure e larghe, capelli si sciolgono come ebano fuso sulle sue spalle bianche. Lei ordina un succo di frutta all’ananas e io uno spritz, al Campari ovviamente.
Inizio a scusarmi per come sono dovuto scappare qualche sera prima da casa sua e di come avessi apprezzato tutta la serata. Gioco ancora la carta del povero bambino circondato da sfiga, una carta più che attuale e veritiera, e di come avrei voluto provare a farmi perdonare.

Io: “Davvero, non sai quanto mi dispiace… Stare con te è davvero bello, mi fai stare bene.”
Le sue labbra si increspano leggermente attorno alla cannuccia: “…Oh, grazie Anon. Sei un ragazzo tanto carino!”
Io: “Ma no, davvero, sono desolato. Cosa posso fare per farmi perdonare?”
Bej: “No, dai! Non è necessario, davvero.”

Emisfero sinistro?
Eh?
Cogli qualche tipo di segnale che indica menzogna?
Le lenti non mi fanno vedere gli occhi, in ogni caso no… labbra, viso e mani sono a posto. Sembra dica il vero.
Cristo…
Che c’è adesso?
È una ragazza che è stata lasciata da sola dopo essersi spogliata davanti a te e tu ti stai davvero chiedendo se non vuole che tu ti faccia perdonare in qualche modo?
Ma ha detto che non è necessario!
Le donne mentono.
Quindi non siamo carini?
Idiota.

Io: “Beh, che ne diresti di andare a mangiare qualcosa da qualche parte stasera?”
Bej: “Mmmhh… Non saprei. Che avresti in mente?”

Visto che non si è fatta pregare?
Mmmhh…
Potremmo anche provare qualcosa di più…

Io: “Oppure sai, potresti anche venire a casa mia. Posso preparare qualcosa da mangiare.”
Bej: “Oh! Che bello! Ho sempre voluto vedere un italiano che cucina qualcosa di buono! Voglio imparare alcune ricette!”

Ripenso ai gusti disgustosi che ho assaggiato a casa sua qualche sera prima.

Sì, ne avresti bisogno.

Ci salutiamo con un imbarazzato bacio sulla guancia e ci diamo appuntamento per le 8 a casa.

———— Più tardi ————

Finisco la lezione e prendo la bicicletta, devo assolutamente andare a fare un po’ di spesa e capire che diavolo preparare stasera.

Carne.
Pesce.
Carne!
Pesce!
CARNE!!
PESCE!!
State buoni, decido io.

Entro al supermercato e opto per qualcosa che so preparare bene: spaghetti con sughetto alla pancetta, pomodorini e zucchine. Come antipasto preparerò delle tartine al salmone e paté di tonno e olive nere, per secondo degli involtini di carne con pancetta, formaggio, rucola e pepe verde. Frutta: macedonia con fragole, mele, noci, pinoli, frutti di bosco e pesche.

Torno a casa velocemente e poggio tutti gli ingredienti sul tavolo. Devo mettermi all’opera il prima possibile.

Ma prima…
Già, non abbiamo fatto i conti con Red & Toby…

Vado nel corridoio e tendo le orecchie: sono ancora una volta in camera di Andrea.

Tanto per cambiare.

Apro la porta e li trovo seduti uno davanti all’altro davanti alla scrivania. Stanno parlando a bassa voce e si interrompono non appena entro.

Io: “Ehilà”
Lukas si appoggia sulla sedia incrociando le braccia: “Beh, non si usa più bussare?”
Io: “Ecco… Sì, effettivamente avete ragione, ma sono abbastanza di fretta.”
Andrea inizia già a sbuffare, non mi sopporta neanche più: “Si può sapere che vuoi?”
Io: “Beh, stasera ho invitato una ragazza a cena. Ci sono problemi…?”
Lukas fa spallucce: “No, alla fine ceniamo sempre tardi e poi mangiamo in camera. Per me nessun problema.”
Ruoto gli occhi verso Andrea, ha lo sguardo sollevato e fissa un punto indistinto in alto a sinistra: “Chi è questa ragazza…?”
Io: “Quella che abbiamo conosciuto al Random Party. Ti ricordi? Vi avevo pure invitato ad uscire con me e non siete voluti venire.”
Andrea ha uno scatto: “Come sarebbe a dire?!?”
Io: “Non ti ricordi?”
A: “NO!!”
Spalanco le braccia: “Eravate qua in camera e ve l’ho chiesto. È stato proprio qualche giorno fa.”
Lukas poggia una mano sul ginocchio di Andrea: “Sì, Andrè… Dai, è stato lo stesso giorno che son venute la Babi e la Nicole…”
Andrea infossa il mento fra le spalle: “Mmmhh, sì. Ora ricordo. Okay.”

Mi richiudo la porta lasciandoli in camera e torno in cucina iniziando a preparare. Riprendono a parlare non appena esco.

Bene, forza, mettiamoci all’opera.

Metto le fragole a bagno e poi inizio a preparare il paté: frullo le olive con il tonno, olio, dei capperi e delle acciughe nel mixer e inizio ad impiattare le tartine su un piatto centrale spalmando su la crema scura. Su alcune di esse poggio una fetta di salmone affumicato e dell’erba cipollina.
Inizio a preparare gli involtini di carne. Prendo le fettine e le arrotolo attorno a dei cubetti di taleggio con un ciuffo di rucola, le chiudo poi con delle fette di pancetta fissando il tutto con degli stuzzicadenti.
Nel frattempo inizio a preparare gli ingredienti per il soffritto da usare per il primo. Trito aglio, origano, pepe e peperoncino. In una coppetta a parte verso pomodorini e zucchine tagliate à la julienne.
Prendo poi una padella e inizio a scaldare il sughetto per gli involtini: sciolgo un po’ di burro con dell’olio, poi aggiungo brodo in polvere, origano, pepe verde e tiro fuori dal frigo una birra stout per sfumare il tutto.

Non credo di aver mai preparato così tanto tutto insieme.
Cosa non si fa per la pheega, eh?

Sono le sette e inizio a preparare la macedonia tagliando pesche, mele e fragole a cubetti, per poi aggiungere ribes, lamponi, pinoli e noci a pezzi. Concludo con un bicchiere di vino bianco fruttato mescolando per bene.

Guardo quel che ho impiattato ed è a dir poco una figata. Ho assaggiato tutto quello che ho preparato ed è salato e pepato al punto giusto, direi di aver fatto davvero un buon lavoro.

Non vedo l’ora di vedere che faccia farà.
Senti genietto, come pensi di riuscire a fare qualcosa se vi abbotterete come due maiali?
Non accadrà, mangerò poco.
Comunque ho notato che alla fine hai scelto di dar ragione a lui e optare per la carne…
È più facile da preparare e non potevo poi certo aggiungere qualcosa di pesce, stanno male insieme.
Ah, a proposito, forse è il caso di andarsi a fare un bidet.

oh yea biiiitch

Tutta la tavola è imbandita alla perfezione ed esco dalla cucina andando in camera mia. Piego magliette, aggiusto le lenzuola e levo un po’ di casino che c’è in giro. È tempo ora di farsi una bella doccia, Bejun arriverà fra poco.

she's coming!———— Dopo qualche ora ————

È passata mezzanotte e sono sconvolto, okay che sarebbe potuta andare male, ma non così. Vedo Lucy Liu che pedala velocemente in bicicletta andandosene da casa mia tenendosi la pancia fra le mani. La mia fronte è appoggiata al vetro della finestra mentre il mio alito depresso forma nuvolette di condensa sulla sua superficie.
Mi giro e vedo una tavola da sparecchiare, è stato tutto delizioso eppure è andata un disastro.

Resto lì in piedi sconvolto. Il sangue mi si rallenta e la tristezza mi accoglie fra le sue braccia affettuose: “Ah, Anon. Ancora tu…”

Dopo qualche minuto di doloroso torpore sento il telefono in tasca vibrare.

The endDentro di me sento un crollo emotivo prender piede.

No, oddio no…
Interrompere cosa…?
L’hai capito benissimo.
NON È DETTO… NO!! N-N-NON PUÒ ESSERE…

Incredulità

Sei patetico.
STA’. ZITTO.
Non è possibile… Non riesco a capire…

Le tempie mi pulsano e sento l’incredulità che mi serpeggia attraverso la schiena, fino a scaricarsi sulle dita dei piedi.

Nessuna rispostaAttendo interi minuti una risposta che non arriva grattandomi il capo fra le dita, senza capire e capendo perfettamente allo stesso tempo. Dentro di me la frustrazione sale e non riesco a spiegarmi cosa possa essere andato storto.
I secondi passano lentamente e i miei occhi si perdono fra i colori della tovaglia, allontanandosi dalla realtà.

Lo stato di Nirvana da depressione non dura per molto: dietro di me sento qualcuno ridere sommessamente.

Non dirmi che…
Potrebbero centrare forse qualcosa…?
SONO STATI LORO?!?

Vado verso la camera di Andrea e non sento niente: sono in camera di Lukas.
Entro senza bussare, tutta quella frustrazione si sta trasformando lentamente in rabbia. Li trovo entrambi stesi sul letto che fumano ridendo come pazzi.

L: “Ehilà ciao An-”
Io: “CHE CAZZO AVETE FATTO?!?”
Andrea non si nasconde neanche dal ridermi apertamente in faccia: “Noi? Assolutamente niente!!”
L: “Stiamo solo ridendo per quello che è successo! Ci spieghi esattamente come cazzo hai fatto, bro?!?”

Rimango in silenzio contraendo la mandibola. Provo a mantenere il controllo e mi siedo su una sedia davanti a loro accendendomi una sigaretta.

Non ho voglia di scendere nei dettagli e comincio a parlare aumentando il tono di voce sempre di più: “È venuta a casa e abbiamo iniziato a cucinare, niente di che. Poi abbiamo mangiato, SIAMO ANDATI IN CAMERA E SI È MESSA A VOMITARMI SUL CA-”
Vengo interrotto da due risate fragorose che deformano i loro volti fino alle lacrime.
Lukas ha la faccia immersa nel cuscino e Andrea e scosso da spasmi convulsivi tenendosi la pancia fra le mani.

Tutte le mie migliori intenzioni, tutto il mio impegno e le mie speranze sono andate in fumo nel giro di pochi minuti per un motivo non molto chiaro e adesso vengo deriso dei primi stronzi che capitano. Sento la carotide gonfiarsi e pulsare a tal punto che potrei morire strozzato. Potrei fare una strage.

“Ragazzi, non ve lo ripeterò due volte. Se scopro che c’entrate qualcosa è la volta buona che… che… che…”

Non so neanche io come continuare, non mi ascoltano e riprendono a ridere. Non so come, ma sento che qualcuno centra qualcosa in quella storia. Continuano ad ignorarmi e vedo nero. Mi avvento su Lukas afferrandolo con violenza per le spalle. “TI PIACE RIDERE BRUTTO STRONZO?!? LO VUOI UN ALTRO SORRISO?”
Tendo i tendini del collo: “CHE DIAVOLO HAI FATTO?!?”

brutal

Il gelo scende all’improvviso e Lukas mi spinge via con un calcio tornando immediatamente serio. Cado per terra sbattendo la testa contro la sedia del tavolo.

L: “CHE CAZZO FAI?!? Io non centro niente, coglione! E non permetterti di minacciarmi così… stiamo ridendo solo perché è stata una scena fottutamente epica, bro.”
Andrea si intromette fra noi aprendo i palmi: “Okay ragazzi, calmi entrambi, su. Adesso Anon… ci spieghi per bene com’è andata? Se è stata male dobbiamo capire perché. Proviamo a ricostruire i fatti, su.”
Lo vedo cambiare espressione provando ad assumerne una più neutra possibile: “E poi, non mi ricordavo che fosse asiatica la ragazza con cui stessi ballando al Random Party… non era bionda?”
Sbuffo sollevando gli occhi al cielo: “Ma vedi che non hai capito un cazzo? Era una delle ragazze che abbiamo conosciuto al residence…”
A: “Oh… Credevo fosse quella… sai con cui noi… vabbè lascia perdere.”

Mi insospettisco leggermente squadrandolo da capo a piedi. Che Andrea avesse creduto sarebbe dovuta venire a casa la ragazza con cui avevo ballato, amica di quella che poi gli aveva fatto perdere la testa e il controllo facendoci quasi finire in una rissa…? Quella che ha creato, di fatto, la rottura della nostra amicizia?

Avrebbe avuto voglia di vendicarsi a questo punto.
Non dirmi che non digerisce ancora quella storia…
Andrea non dirmi che…

angry sospicious

Vedo il cherubino scuotere la testa: “Vabè, chi importa chi era. Vogliamo sapere com’è andata nel dettaglio.”

Mmmmhh…
Mantieni il controllo, su…
Inspira…
Espira…

Mi siedo di nuovo e mi afferro la faccia fra le mani.

“E va bene.”
Sospiro e inizio il racconto.
“Abbiamo iniziato a cucinare insieme gli spaghetti, le ho fatto vedere come ho preparato il soffritto e il sughetto per la carne… Abbiamo mangiato le stesse tartine, la stessa pasta e lo stesso secondo. E ho fatto la spesa oggi stesso, niente poteva essere andato a male. NIENTE. Era tutto buonissimo e si è leccata i baffi dal primo boccone all’ultimo: ha preso due piatti di pasta e ha chiesto il bis di carne, non ha mentito.”
Lukas inspira dal filtro: “Okay, e poi?”
“Che vuoi che ti dica? Siamo andati in camera e abbiamo riso e scherzato un po’… poi abbiamo iniziato a spogliarci e tutto… non mi va di scendere nei dettagli.”
Lukas si tira su con la schiena e si appoggia al muro, Andrea ha ripreso a ridacchiare di nascosto: “Mi sa che devi farlo per forza per farci capire bene com’è andata, bro.”
Alzo gli occhi al cielo e continuo: “Ci siamo spogliati, okay? E poi abbiamo iniziato a baciarci sul letto… Andava tutto bene…” un’illuminazione mi coglie: “…anche se.”
Lukas spalanca gli occhi: “ANCHE SE…?”
“Beh ecco…” Comincio a parlare imbarazzato. “Ha visto Peter.”
Andrea si scuote un po’: “Peter…?”
“Si beh, ecco… Ho un ragnetto in camera. Vicino al letto, sotto il bordo della fin-”
Lukas scoppia a ridere: “COSA?!? HAI UN RAGNO CON CUI DORMI A FIANCO OGNI SERA?!?”
Andrea è in lacrime.
“Sì ragazzi, ma dovete capire che comunque lei l’ha trovata una cosa strana, ma non l’ha spaventata. È cinese, porca troia, quella gente si mangia le meduse.”
Rifletto meglio: “Certo, poi Peter mi è saltato in mano e ha provato ad avvicinarsi a lei… Effettivamente non gli piaceva molto…”
Il serafino si accarezza i capelli biondi singhiozzando.
Lo studente di medicina si sbottona i polsini della camicia e si porta le mani dietro la testa: “Ahahah, beh sì. Può essere… ma è stato a quel punto che ha iniziato a vomitare?”
“No… Eravamo entrambi ancora con i pantaloni e proprio mentre si è abbassata in ginocchio ha fatto una faccia strana portandosi una mano allo stomaco. Poi è scappata in bagno senza dirmi nulla.”
A: “Aaaahh, ma allora non t’ha vomitato proprio proprio proprio sul cazzo, dai!!”
Io: “Giusta osservazione Andrea, magari la prossima volta stappo una bottiglia di prosecco invece di chiedermi che cazzo è successo, eh?”
Lukas si asciuga gli occhi con un fazzoletto: “Ehehehe, scusa, bro… ma te l’eri lavato? Si sa che carne e pesce insieme non stan-”
Io: “MA CHE CAZZO DI DOMANDE FAI?!? OVVIO!!”

Riprendono a gemere in preda a risate convulsive.

laughing

A: “Anon, è stato il ragno!! Ahahahah!!”
L: “No, no, bro. È STATO PETER!!”
A: “Gli ha dato pure un cazzo di nome!!”
L: “AHAHAHAHAHAHAHAH!!”

Li ho persi. Esco dalla camera incazzato nero senza dire una parola richiudendomi la porta alle spalle.

Torno in camera mia e mi siedo sul letto guardando Peter. Sta tessendo un nuovo tirante della sua casetta.

È stato davvero lui…?
Com’è possibile? È tanto tenerello…
Siamo degli imbecilli… Le ragazze odiano i ragni, avremmo dovuto spostare Peter da qualche parte prima che arrivasse.
Io non credo sia colpa sua… Cioè, voglio dire, lei non ha fatto una piega.
Già.
Oddio, era un po’ scossa comunque, eh…
Sì, ma se fosse stato per Peter non avrebbe più continuato e basta…
Già, sarebbe scappata subito disgustata…

Peter mi guarda con i suoi quattro occhietti e si avvicina con le sue zampette pelose.

spiderbro just wants to play

Peter…
Un cappio doloroso mi stringe la gola.
Forse dovremo liberarci di te…

Lo accarezzo con un ditino: “Non ti piaceva tanto Bejun, vero…?”

Sono ancora seduto sul letto mentre rifletto ancora sull’accaduto e decido di alzarmi per andare a mettere a posto la cucina.

Inizio a lavare piatti, pentole, bicchieri, mestoli, coppe e… e ho la mia illuminazione: la macedonia.

Abbiamo mangiato tutti e due le stesse cose…
Tranne la macedonia…

Dopo aver finito di cenare eravamo entrambi troppo pieni per la frutta, ma Bejun, per gentilezza, ha voluto comunque assaggiarne una coppetta.

La afferro fra le mani e la porto davanti ai miei occhi: innocui pezzetti di frutta in una coppa gialla. Non potrò essere sicuro finché non farò una prova.
Immergo un cucchiaino e prendo un po’ di sughetto per poi portarmelo alle labbra. Lo assaporo piano chiudendo gli occhi.

Sento subito, ad un primo impatto, il sapore forte e zuccherino della frutta e del vino.

Mmmhh, buona.
Niente di strano.
Aspetta…

wuuaaatt

Mentre sto per deglutire una sapore inaspettato mi colpisce. Sento una nota amara, fibrosa e nauseante. Contraggo la mascella e stringo gli occhi spostando il succo a destra e sinistra nella bocca mentre leggeri toni erbacei emergono invadenti.

Non è possibile, non ha lo stesso sapore che aveva quando l’abbiamo preparata.
L’abbiamo assaggiata proprio prima…
Prima di farci la doccia…

Sputo nel lavandino e inizio a ragionare.

Qualcuno ha versato qualcosa qua dentro mentre ci lavavamo.
Non ci sono dubbi…
Ma cosa…?
Chi è abbastanza fornito di qualunque tipo di droga e sostanza sul mercato?

Sento i muscoli del petto e delle braccia tremare dalla rabbia. Sto per scoppiare e andare in camera di Lukas fino a sfondargli il cranio a pugni sulla ringhiera del letto. Davanti a me scorre tutta la fantastica serata con Bejun, i suoi sorrisi, il nostro flirt, tutto l’impegno nel preparare qualcosa di buono e la mia voglia di riscattarmi. Porca troia m’ero pure tagliato le unghie dei piedi. Cioè, eh.

rage sheldon

Fermo.
Io lo ammazzo…
Bejun…
Non dire cazzate…
E cosa proporresti?
Mio dolcissimo fiore…
Direi di fargli passare dei guai.
Ah si, certo, e adesso che cosa vorresti fare, le solite cazzate?
Avrei già due-tre scherzi forti da poter organizzare… ma che senso avrebbero?
Chissà se ti rivedrò…
Lo voglio fuori dai piedi. Sto pensando a guai seri. Poche storie da deficienti questa volta.
Eppure io sospetto più di Andrea. So che è l’opzione più dolorosa, ma ricordate di come credesse stesse venendo a casa la ragazza che ha ballato con noi al Random Party. In quella sua mente repressa tutto quello poteva significare che magari io conoscevo anche l’amica con cui aveva ballato lui e che non abbia voluto presentargliela per bene… Era parecchio su di giri quella sera, non possiamo sapere come l’abbia presa.
Lo escludo. Andrea è di per sé un ragazzo buono e gentile, gli voglio tanto bene. Non può essere lui l’autore, è stato sicuramente plagiato da Lukas. Sono settimane che lo influenza in ogni modo possibile.
Sono d’accordo. Lukas deve sparire.
E anche in fretta, così potremo tornare a vivere in pace con Andrea come ai bei vecchi tempi.
Ci serve un piano.
Lascia pure fare a me.
No. Non ancora.
Che hai in mente?
Voglio essere sicuro, non solo basarmi su stupide supposizioni e rovinare la vita ad un tizio inutilmente. Sai quello che va fatto.
E allora facciamolo.

Prendo due bicchieri e li riempio con la macedonia, cucchiaiata dopo cucchiaiata, abbondando con il succo.
Li afferro e li porto con due cucchiaini vicino alla camera di Lukas. Busso alla porta.

L: “Chi è?”
Io: “Il Sergente Hartman, posso entrare?”
A: “Sì, sì.”

Entro in camera sorridendo piano e reggendo i due bicchieri, passo dopo passo li avvicino ai due coinquilini tendendo le mani in avanti: “Prego, buon appetito.”

Andrea e Lukas si guardano dubbiosi.

L: “Che roba è?”
Io: “La macedonia che ho preparato stasera, ne è avanzata una mezza coppa e ho pensato che magari ne volevate un po’.”

Andrea distende il braccio afferrando subito il bicchiere: “Sì dai! Che buona! Mi va proprio qualcosa di fresco.”
Lukas è scettico, diffidente e mi guarda inclinando la testa. Mi risponde solo dopo un po’: “No, grazie Anon. A me non va proprio.”

Bingo.

Provo ad assumere un timbro di voce rassicurante: “Come mai non ti va…? Guarda che è buona, l’ho mangiata io stesso stasera.”

Lukas resta in silenzio e Andrea comincia a giocherellare con i pezzetti di frutta sollevandoli con un cucchiaino.
A: “Anon, ma che ci hai messo?”
Io: “Ci sono delle pesche, fragole, mele, frutti di bosco vino e frutta secca.”
Andrea si porta un cucchiaino alle labbra, poi si interrompe: “Aspetta, quale frutta secca?”
Io: “Pinoli e noci.”
Il serafino poggia il bicchiere sulla scrivania facendo spallucce: “Allora non posso, sono allergico a noci, pinoli, mandorle e cose così… Se la mangio devi portarmi di corsa in ospedale, ahah!”
Non la smetto di staccare gli occhi da Lukas, i miei sospetti non fanno che restringersi sullo studente di medicina: “Nessun problema Andrea. Magari ne vuole Lukas un po’… così può dirti quant’è buona.”
Lukas guarda e riguarda quella frutta fra le sue mani per interi secondi, sembra stia per iniziare a sudare dalla tensione.

any fucking time

Io: “Allora?”
L: “No grazie, ti ho già detto che non mi va.”

Stringo il bicchiere fra dita che iniziano a sbiancarsi per la pressione e fingendo gentilezza con un sorriso pacato: “Insisto.”
Lukas incrocia le mani dietro la testa: “Ho detto di no. E poi ora vorrei andare a dormire.”

Basta così.
È sufficiente.

Socchiudo gli occhi e distendo gentilmente le labbra, dentro di me sto ribollendo.

Interrompo il silenzio allargando le braccia e mostrando i denti: “D’accordo. Va bene.”
Esco dalla camera richiudendomi la porta alle spalle, dietro di me scende il gelo. Mi volto un attimo: “Buonanotte, ragazzi.”

Torno in cucina con i due bicchieri ancora in mano fissando dritto davanti a me con lo sguardo che trapassa muri e finestre per perdersi nel bagliore all’infinito della mia rabbia.

Dietro di me sento Lukas ridere piano.
Quella sua cazzo di risatina acuta, strafottente, sicura di sé e trementamente nasale.
Quella sua cazzo di risatina sempre presente alle mie spalle.
Quella sua cazzo di risatina arrogante, presuntuosa, squillante, stupida e seguita sempre da una mano fra i capelli.

you will not laugh
Non riderai.
Non più.

Svuoto i due bicchieri nella macedonia. Non resta che fare la prova definitiva.

Gira e rigira l’approccio sperimentale rimane sempre il più affidabile.

Afferro un cucchiaino, sollevo due pezzetti di fragola, uno di pesca, qualche frutto secco e del sughetto… Porto il tutto alla bocca, lentamente, indeciso se farlo o meno, come se da quel gesto dipendesse chissà che cosa. Apro le labbra e le richiudo attorno al bordo in acciaio, tirando via il cucchiaino dal manico senza fretta, chiudendo gli occhi e assaporando il momento.
Ne mangio un bicchiere circa, il sapore dolce della frutta è preponderante, ma subito dopo emerge l’amaro e l’erbaceo, adesso molto più evidenti. Lentamente frutta zuccherina si trasforma in pappetta nauseante e disgustosa, non riesco neanche a finire il bicchiere. Mi chiedo quasi come ci sia riuscita Bejun. Un sapore mai sentito prima mi intorpidisce la bocca come uno stopposo anestetico e mi fa contrarre lo stomaco.

Metto una giacca ed esco velocemente di casa, non voglio che mi sentano vomitare. Se fosse davvero stato Lukas a versare qualcosa nella macedonia capirebbe che l’ho assaggiata solo adesso e non prima a cena come gli avevo detto, quindi, porgendogliela, gli avrei praticamente confessato che provo sospetti su di lui. E questo non va bene.

Cammino verso un giardinetto lì vicino e mi siedo su un muretto. Il senso di nausea va e viene, dopo circa quindici minuti quel qualunque-cosa-sia ha effetto e mi pompa all’interno dello stomaco, allargando l’esofago e chiudendo in un tappo scuro la faringe per un istante. Quello successivo ho le mani che mi reggono la fronte e pezzetti di frutta, spaghetti e carne parzialmente digerita gorgogliano marci sotto di me.

———— Epilogo ————

Torno a casa dopo mezzora lasciando alle mie spalle, a sciogliersi sull’erba, una spesa di 20 euro, un impegno di svariate ore, sogni floreali orientali e buone intenzioni.

Le mie labbra sono amare, cammino piano strofinando i piedi sull’asfalto, ho gli occhi rossi e il sapore della bile in gola. Ripenso allo sguardo innocente di Andrea nel prendere il bicchiere e quello preoccupato di Lukas. La mia mente viaggia leggera e ha bisogno di un colpevole: non ho più dubbi. Ripenso a quante volte ha portato a casa qualcuno per vendergli roba, a quante gente entrava, fumava e rubava anche qualcosa da mangiare, ai suoi sorrisi cattivi carichi di convinzione e potere che mi rivolgeva ogni volta che lo trovavo con Andrea a fumare.
Allo stesso modo ricordo, davanti a me, la voce di Bejun, la sua risata, il suo tocco femminile sul mio corpo, la sua pelle d’ovatta, il profumo dei suoi capelli… e le parole di quell’ultimo messaggio.

La fine - Zoom La risatina stridula di Lukas si intromette deformando quelle parole e rimbombando fra le orecchie prendendosi gioco di me.

La fine - Zoom2
Dopo un attimo il volto del mio coinquilino si materializza nella mia mente in un provocatorio sorriso bianco.

La fine - Zoom2 - Copia

È un istante: la tristezza per Bejun viene spazzata via e trasformata in rabbia.

Sputo muco acido sull’asfalto.

Tu…
Brutto bastardo…
TU. SEI. MIO.

rageee

Clicca QUA per leggere il prossimo capitolo: Rabbia Lucida.

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Foto di copertina di Jiri Veverka

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Rorschach

Studente di ingegneria, lettore di fumetti, bassista occasionale, amministratore e scrittore sconclusionato.
Non credo nelle descrizioni da blogger e quello che leggo su internet, non dovreste farlo neanche voi. Forse. Chissà. Meh. Fanculo.

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