Hong Kong – Cosa sta accadendo?
L’Amendment Bill del 2019
È il 2019 e la Cina impone una nuova regola, un obbigo (per così dire) al governo di Hong Kong (HK): The Fugitive Offenders and Mutual Legal Assistance in Criminal Matters Legislation (Amendment) Bill 2019. Cosa vuol dire? Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro.
La situazione politica fra Hong Kong e Cina non è particolarmente chiara e limpida, non sarebbe infatti neanche corretto parlare di “governo di Hong Kong”, ma, per farla breve, potremmo dire che questa piccola appendice dalla superficie poco superiore ai 1100km2 è una specie di regione semi-autonoma che, grazie ad un trattato speciale del 1997, gestisce autonomamente aspetti quali la moneta, politiche di immigrazione/passaporto e, concentriamoci su queste due, le politiche di estradizione e il sistema legale. Non gestisce autonomamente, invece, aspetti come relazioni di geopolitica internaziona e la difesa nazionale.
Che cosa succede nel momento in cui la Cina dice: “Beh, abbiamo cambiato idea, da oggi chiunque sia sospetto di atti criminali contro la Cina DEVE venire qua“?
Succede che gli abitanti di Hong Kong vedono il loro diritto di autonomia del Sistema legale compromesso.
Succede che gli abitanti di Hong Kong vedono il loro diritto di indipendenza delle Politiche di Estradizione minacciato.
Succede che gli abitanti di Hong Kong si preoccupano, e non poco.
D’altra parte la Cina non è esattamente famosa per la sua misericordia e non è così difficile diventare nemico dello stato ed esser rinchiuso in un pacifico centro di rieducazione.
Negli ultimi anni possiamo ricordare:
> Le condizioni dei Musulmani rieducati a Xinjiang: polsi legati e in ginocchio sotto il sole;
> Kazachi chiusi in campi di prigionia per il sospetto di essere traditori dello stato;
Hong Kong, quindi, non dorme notti tranquille conoscendo la facilità con cui la Cina etichetta qualcuno come “nemico dello stato”, specie conoscendo (e anche non conoscendo) quel che potrebbe accaderti dopo.
È Marzo del 2019, agli abitanti di Hong Kong l’Amendment Bill non va giù. Si accende la protesta.
La protesta
Tutto è iniziato pacificamente, manifestazioni in piazza dove migliaia di persone, guidate da associazioni quali Amnesty International, Hong Kong Human Rights Monitor, Human Rights Watch e il Fronte dei Diritti Umani Civili (The Civil Human Rights Front) manifestavano il loro dissenso. La prima manifestazione, il 31 Marzo 2019, conta oltre 12’000 civili scesi in piazza.
Ma l’insoddisfazione dei cittadini aumenta, continua, e oltre a voler difendere i loro diritti di regione semi-autonoma un altro sentimento si fa strada. Un sentimento di indipendenza, di democrazia, qualcosa che era già presente negli animi degli abitanti di Hong Kong, ma che fino a questo momento era rimasto assopito.
L’escalation è breve: dai 12’000 manifestanti del 31 Marzo si passa ai 130’000 del 28 Aprile e 1.030 milioni del 9 Giugno, registrando la più grande marcia di protesta che Hong Kong abbia mai visto. Dall’altro lato 270’000 uomini delle forze dell’ordine. I numeri sono impressionanti e la tensione è inevitabile: lanci di bottiglie da parte dei manifestanti, cariche della polizia, spray al peperoncino e 19 arrestati. Ma il peggio deve ancora venire.
È il 12 Giugno e gli animi sono caldi, uno sciopero di massa blocca Hong Kong e migliaia di persone invadono piazze e strade, bloccando il traffico. Hong Kong è paralizzata e il Legislative Council Secretariat pospone il tanto criticato Extradition bill a data da estinarsi. Non è sufficiente: la protesta continua, la polizia risponde con lacrimogeni, proiettili di gomma e proiettili antisommossa. L’indignazione aumenta, la polizia carica manifestanti disarmati, giornalisti e paramedici. Amnesty International pubblica a tal proposito un report.
Che sta accadendo in questi giorni?
La protesta non accenna a finire, continua ormai da mesi, e la polizia ha aumentato considerevolmente il carico di violenza, arrivando a sparare a bruciapelo ai manifestanti. La risposta dei manifestanti, molti di essi giovani e universitari, non si fa attendere.
Nelle ultime ore migliaia di ragazzi e ragazze per impedire l’accesso dei mezzi anzisommossa del governo stanno incollando mattoni sul cemento delle strade:
E ai fumogeni e lacrimogeni rispondono con maschere antigas:
Dall’altro lato è aumentata la potenza di fuoco. Secondo la BCC la polizia ha aperto, contro i manifestanti:
- 1’458 lacimogeni;
- 1’391 proiettili di gomma;
- 325 proiettili antisommossa;
- 265 proiettili di gomma.
Tutto questo nella sola giornata di Giovedì scorso (14 Novembre 2019).
Le prove sono tangibili: livello di inquinamento della diossina, dovuto ai lacrimogeni, cresce esponenzialmente in tutte le aree dove si accende la protesta.
L’attacco alle università
In questo caos e in questa escalation di violenza i manifestanti si rifugiano nei luoghi che conoscono meglio e in grado di offire sia mobilità che riparo: i grandi campus universitari.
Nelle ultime ore studenti di arcierìa hanno dato il loro contributo: posizionandosi sui punti strategici dei campus hanno trattenuto le forze dell’ordine a colpi di frecce (le punte, blu, indicano frecce d’allenamento, in teoria non fatali e impediscono una perforazione completa). Qui alcune foto raccolte su Tumblr:
In queste ore centinaia di studenti e manifestanti sono ancora asserragliati all’interno del Politecnico, in uno scontro con la polizia che è iniziato lo scorso 11 Novembree si è accentuato durate il weekend a colpi di lacrimogeni, molotov, frecce e proiettili antisommossa. Nel Politecnico la carenza di viveri e medicine si sta facendo sentire, i manifestanti, una volta presi, potrebbero scontare fino a 10 anni di carcere per reato di “sommossa” e questo senza considerare l’extradition bill che, per adesso, resta in sospeso.
Se volete seguire le vicende giornaliere della protesta vi invito a seguire il seguente canale Reddit: https://www.reddit.com/r/HongKong/
Ma vi avviso, non sarà una visita piacevole.
———————