Gobelini, coboldi, elfi, eoni, la mandragola, il fico sacro, la betulla, la canfora, l’incenso, le ossa dei morti buttate contro il nemico… I NANIIIH! I NANIIIH! I NANIIIIIIIIIHH!!
Ed è su queste parole, puro omaggio alla vita e chiaro riferimento al sonetto “Amor d’amor male Madonna mia” di Ughetto Infrascati, che il pezzo si apre, lasciando spazio ad un riff diabolico e disturbante talmente brutto che è bello.
Ahimè, sembra fatto usando una base predefinita da tastiera Bontempi.
La batteria si aggiunge al pezzo e procede ad un ritmo frenetico, dove l’ascoltatore è rapito dalla grancassa e… e basta. Tutto questo sembra ci lasci percepire delle influenze progressive dreamcore talmente vecchie che sono avanti, puro omaggio al batterista monco degli “Errore”, gruppo punk di Pordenone formatosi per sbaglio la settimana scorsa.
Richard viaggia nel futuro e abbandona la vecchia concezione di strofa, ormai diventata decisamente mainstream, per lasciarsi andare ad arpeggi vocali sulla parola “NANIH” che poi vengon interrotti da un virtuoso cambio di registro. La musica cala di ritmo e una voce femminile (really?) accompagna quella del Maestro con parole incomprensibili:
Via i perbenisti? Via dei buddisti? Via dei tronisti?
Non si capisce.
Sappiamo solo che sono sulle rive del fiume.
Quando si passa il limen della ragione umana non servono parole.
Poi ascoltiamo meglio e capiamo: “Li avete visti? Li avete visti? Li avete visti sulle rive del fiume?”
Puro brivido ci attraversa le membra.
Il ritmo a questo punto riprende frenetico sulle note di una chitarra che suona uno dei bridge più disturbanti degli ultimi anni quando, all’improvviso, veniamo interrotti dalla voce del sommo.
“Perché adesso non ho più paura dei nani, un tempo non li potevo vedere, mi facevano tanta paura. Una paura bestiale durante la notte… non riuscivo a dormire, non riuscivo a prendere sonno… I NANIH! I NANIH! I NANIH! I NANIH! I NANIH!…”
Per la gioia di Tyrion Lannister.
A questo punto parte un assolo spastico dove l’artista utilizza una nota tecnica musicale jazz e si affida all’orecchio dell’ascoltatore. Se tutto sembra incredibilmente brutto è solo perché siete inesperti: non sono le note che suona, ma quelle che non suona a fare l’assolo. Il gioco musicale è profondo e intenso ed è lasciato alla competenza musicale del bambino interiore dentro di noi. Bambino che probabilmente ora ha un cancro.
Parere finale
Benson è arrivato ad una perfezione artistica che è pura espressione del sublime. Dante termina il paradiso senza parole di fronte alla luce divina, Benson con questo lavoro diventa eterno. Capirlo è impossibile, amarlo è necessario.
Non possiamo far altro che aspettare impazienti l’uscita dell’album (L’inferno dei vivi) e incrociare le dita. Il nome, poi, promette grandi cose.
Curiosità dal Web
La canzone ha ovviamene sconvolto il popolo di internet. Ecco a voi alcuni dei commenti più divertenti delle ultime ore.
Ringrazio Jambo e OsservatoreInquieto per i suggerimenti e l’aiuto nell’ascolto del brano. Da solo non avrei retto.
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