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The Sims 2 – Nevermore

The Sims 2 – Nevermore

Autore: Axel

 

 

Fin da piccolo sono sempre stato appassionato della saga di The Sims. Cominciai a giocare al primo, assieme alle espansioni “Cuccioli, che passione!”, “Magie e Incantesimi”, “In Vacanza” e “House Party” quando avevo ancora 9 anni. Circa due anni dopo, quando frequentavo la prima media, i miei genitori mi regalarono per il mio compleanno The Sims 2; ero entusiasta, finalmente potevo giocare al seguito del gioco che ogni giorno mi teneva ore attaccato al PC a costruire case da sogno per i Sims e a farli vivere in tranquillità.

The Sims 2, con tutte le sue novità, mi occupava interi pomeriggi, e ci giocavo da quando tornavo da scuola fino alla sera. Mi piaceva parecchio.

Ovviamente non facevo solo vivere i Sims, a volte capitava che per un incendio, per denutrizione o altro i miei sim morissero, ma era normale che qualche volta succedesse. Su un sito Internet inoltre lessi che esistevano ben 9 tipi diversi di morte (tra cui fame, incendio, malattia ecc.), quindi, per semplice curiosità, creavo famiglie apposite per sperimentare i vari tipi di morte sui poveri Sims.

Una di queste famiglie era formata da un maschio e una femmina, Mario e Ilaria. Decisi di far adottare loro un bambino di nome Enea. La loro abitazione era molto particolare, infatti non vivevano in una casa, li avevo trasferiti in un terreno vuoto e avevo posizionato gli oggetti più importanti (tipo tavolo, fornello, frigorifero, letti ecc.) sparsi per il lotto, giusto per cambiare.

Un giorno caricai la partita e, dopo una mezz’ora di gioco, all’improvviso Mario, l’adulto, morì inghiottito dalle mosche. Questo accade se si lasciano troppe stoviglie sporche per la casa. Non ero triste per la morte del Sim, ma più che altro confuso, non ricordavo di aver lasciato piatti sporchi per la casa, anche perché i miei Sim erano ordinati, quindi a quel punto misi in pausa il gioco e vidi se per il lotto effettivamente c’erano delle stoviglie oppure spazzatura. Niente. «Mah» Pensai «È strano… ma va beh, continuiamo». Quindi ripresi il gioco e dopo qualche minuto avvenne un’altra stranezza: l’altra Sim, Ilaria, scomparve e apparve in alto a destra un fumetto giallo con scritto “Ilaria è morta in un altro lotto. Tornerà come spirito nel luogo del suo trapasso”.
Questo messaggio appare quando, appunto, il nostro Sim muore in un’altra casa come ospite, quando, per esempio, è coinvolto in un incendio in casa di un’altra famiglia con cui giochiamo. Nulla di strano anche in questo, tranne che quella Sim non era morta in altre case. Misi di nuovo in pausa il gioco e pensai «Forse sarà un bug… » e fra l’altro notai che Enea, il bambino, era rimasto da solo e quindi al più presto sarebbe arrivato l’assistente sociale a portarlo via. Erano circa le 22 nel gioco, passa un’ora ma ancora nulla.
Qui arriva la cosa che mi ha lasciato di sasso: circa alle 23:12 all’improvviso passa uno scuolabus… uno scuolabus in piena notte! E, fra l’altro, non fece come tutti gli scuolabus, ovvero fermarsi al marciapiede per poi ripartire, ma passò e basta, senza sostare. Pensai che fosse tutto frutto di un semplice bug, ma stavo iniziando a non crederci più, visto che erano troppe stranezze in una e non esistono bug che riguardano gli autobus. Ne ebbi abbastanza, a quel punto, quindi cliccai sull’icona delle opzioni per uscire, ma, con mia grandissima sorpresa e sgomento le icone “Salva”, “Vicinato” ed “Esci” erano bloccate. Normalmente succede quando c’è un incendio o addirittura quando un Sim sta per morire, ma non era il mio caso. In quel momento ebbi la tentazione di chiudere il gioco tramite Task Manager o resettando il PC, ma volevo vedere fino a che punto poteva arrivare quella storia. Quindi chiamai a raccolta tutto il mio coraggio e ripresi il gioco.

Solo in quel momento mi accorsi che in sottofondo si sentivano dei gemiti, come dei lamenti di fantasma, pensai che fossero dovuti alla presenza delle lapidi dei genitori, quindi le eliminai. Ripresi il gioco, ma un brivido mi percorse la schiena quando mi accorsi che i gemiti erano aumentati di volume.

Non ebbi il tempo di decidere cosa fare che il puntatore si bloccò e il gioco andò in freeze, anche cliccando delle volte a vuoto non succedeva nulla, quindi aspettai con ansia e timore pensando cosa ancora il gioco potesse avere in serbo per me. Dopo due minuti che mi sembrarono interminabili il blocco terminò; automaticamente era selezionata la modalità “Vivi”, e con mio grandissimo stupore e mi accorsi che le due lapidi da me precedentemente eliminate erano riapparse, l’una di fianco all’altra. Il bambino, nel frattempo, era sempre fermo in un punto, senza muoversi, ma c’era qualcosa di strano: quando un sim è fermo perché non ha azioni in coda, compie comunque delle animazioni, del tipo sbattere le palpebre o guardarsi intorno, ma in questo caso no. Zoomando mi resi conto che Enea era completamente bloccato, come se fosse un’immagine; e non è tutto: il suo viso aveva un’espressione estremamente triste, quasi disperata.

Era passata circa mezz’ora nel gioco, quando il bambino si avvicinò alle pietre tombali, prima del padre, poi della madre, e pianse su ognuna, ripetendo questa azione senza sosta. La cosa più tremenda e fastidiosa era che come sottofondo c’erano ancora gli straziati piagnucolii di fantasma che non accennavano a terminare. Io, nel frattempo, osservavo la vicenda sbigottito e non sapevo assolutamente cosa fare, per paura che accadesse qualcosa di orribile. Nonostante ciò, mi feci coraggio e, con indugio, cliccai sull’azione “Piangi” in corso, per terminarla, ma il gioco andò ancora una volta in freeze, stavolta per qualche secondo; mi accorsi terrorizzato e con gli occhi sgranati che il bambino aveva terminato l’azione e stava guardando dritto verso lo schermo, verso di me! La cosa peggiore era la sua espressione: mi guardava con una faccia che ostentava la più realistica collera che avessi mai visto in un gioco, come se fosse infuriato con me per avergli interrotto il pianto.

Io intanto ero immobile per la paura e fissavo lo schermo, la vicenda il sé non mi spaventava molto, ma il vederla in un gioco (che fra l’altro era diventato il mio preferito) era una cosa che mi turbava parecchio. Dopo qualche secondo apparve una finestra di dialogo con su scritto:

“Pensi di poterci prendere in giro?”
[SI] [NO]

Non so spiegare con che velocità scelsi “no”. Poco dopo spuntò un fumetto in alto a destra:

“Allora perché hai ucciso in questo modo mio padre, mia madre, [da qui partì un susseguirsi di fumetti, uno sotto l’altro; su ognuno era scritto il cognome di ogni famiglia che avevo ucciso deliberatamente, per sperimentare i tipi di morte]? Sei senza cuore!”

Com’era possibile tutto ciò? Il bambino… il gioco, stava comunicando con me. E cosa peggiore, a mano a mano che la lista di nomi si espandeva, i gemiti diventavano più forti e l’espressione del bambino più arrabbiata. Così, in preda alla paura, dissi a me stesso: «Non è possibile ciò che sta succedendo! Un gioco non può comunicare con me! Non può!» poi, animato da un’improvvisa determinazione, decisi: «Basta, mi sono stancato» e mi apprestai a chiudere il gioco, stavolta però tramite Task Manager, per evitare grattacapi. Paradossalmente, però, quando andai a premere CTRL, Alt e Canc apparve un’ultima finestra di dialogo con su scritto a caratteri cubitali:

“Eh no, hai finito di giocare con le nostre vite!”

Le casse emisero un acutissimo stridio, che, oltre ad assordarmi, riaccese tutta la mia paura e fece crollare il poco coraggio che avevo come un castello di carte. Per tutta la durata del suono rimasi con la testa fra le mani, coprendomi le orecchie e chiudendo gli occhi.

Qualche secondo dopo mi ricomposi, alzai pian piano la testa, tremando, e notai che il computer si era spento e il vano disco era aperto. Presi così il CD di The Sims 2, era diventato rovente, e mi accorsi che era apparsa un’incisione sopra il logo del gioco, su cui vi era scritto “NEVERMORE”.

Ero terrorizzato, qualcosa aveva inciso quelle parole sul disco, ma che cosa? E soprattutto come? A quel punto mi pentii di aver trattato male i poveri Sims, mi resi conto che forse anche loro, pur essendo virtuali, potevano avere dei sentimenti. Così lasciai cadere il rovente CD a terra e iniziai a piangere. Mi sembrò quasi di sentire una flebile voce uscire dalle casse del computer e sussurrare: “È finita”.

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1 Comment

  • complimenti, pensavo fosse una storia vera fino a “si sentivano dei gemiti,”
    purtroppo con le finestre di dialogo “Pensi di poterci prendere in giro?” è diventata leggermente banale e già vista, nonostante ciò mi è piaciuta

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