ESPERIMENTI LETTERARI Storie

Due signore avanti con gli anni

Scritto da Eulalia

Due signore avanti con gli anni

 

“È appena tornata, era in giro con i suoi amici… indossa una maglietta nera, pantaloni neri, e al momento si asciuga rivoli di rimmel nero dalle guance. Odia tutto quello schifo di nero che ha addosso, dice. Si sente ridicola. E ce l’ha molto con se stessa.”

“Come mai?” chiede la vecchia sferruzzando.

“Oh, molto semplice in realtà. Ha chiesto ad un ragazzo di uscire e lui le ha riso in faccia. Ah, cara mia” prende un sorso “hai avuto anche tu sedici anni?”

“Già. Molto tempo fa.” La vecchia continua tranquillamente a fare la calza, ridacchia e ascolta ma non guarda la finestra di fronte, la sua vista non è più quella di una volta: “Che mi dici di quell’arpia del piano di sopra?”

“Il marito le mette le corna, ma lei ancora non se n’è accorta. E si preoccupa dei chili che sta prendendo. Dev’essere per quello che ti scrolla le briciole sul davanzale.”

“Già.” Uno, due, tre, rovescio: “Dev’essere comodo leggere nel pensiero.”

“Sì, a volte può essere divertente.”

“Una volta che uno non ci vede più come me, è bello avere qualcuno che ti racconta quello che succede.”

La compagna dell’anziana donna beve un altro sorso dal bicchiere che ha tra le lunghe dita.

“Sì.” Annuisce: “Però sarebbe ora di andare.”

“Certo, lo dici sempre. È ora di andare, dobbiamo partire, eccetera. Però non lo facciamo mai. Di questo passo andrò avanti in eterno…”

“Eh, non esagerare.” Ride l’altra: “L’eternità è così lunga…”

“Hai almeno una carrozza, per portarmi via?”

“Ho quello che preferisci. Carrozza, cavallo, se sei una romantica. O la classica falce.”

“Dev’essere scomodo viaggiare su una falce.”

La compagna ci riflette per un po’.

“Abbastanza.” Ammette infine.

Per qualche minuto si sente solo il rumore dei ferri da calza, poi la vecchia sente l’altra poggiare il bicchiere vuoto sul tavolo. Prende la bottiglia di sciroppo d’acero.

“Ne vuoi altro, Morte?”

“Grazie.” Morte beve qualche sorso: “Però dovremmo proprio andare.”

“Va bene. Quando?”

“Non so…” Morte sospira: “Questa sera probabilmente sarò un po’ impegnata. Vedremo… Domani, forse.”

“Quindi domani torni?”

“Non saprei…” Il tono della morte è falsamente dubbioso.

“Avanti, vieni. Ormai ci ho fatto l’abitudine.” La vecchia sorride e sfiora una delle mani di Morte: “Chi mi racconta le vite dei vicini se non ci sei tu?”

“Vedremo, vedremo.” Sorride Morte: “Magari solo un’oretta. Però prima o poi dovrò portarti via.” Continua a ripeterlo per convincersene, non che voglia farlo.

“E quando?”

“Un giorno, forse. Prima però…” Lancia un’occhiata significativa a un mazzo di carte sul tavolo: “Un’altra partitina?”

 

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Disegno di copertina frutto delle matite di Matteo Cardelli.

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Eulalia

Sono una studentessa di Medicina a tempo pieno e una scrittrice a tempo perso, all’anagrafe ho ventidue anni. In realtà, credo di non averne compiuti ancora diciotto.

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