Mittenti, destinatari e più facce della stessa storia. Questo è Fermoposta.
Parte 1 – Giri di parole di una traditrice logorroica
Caro marito,
non credo di averti mai costretto ad amare la mia personalità. Al contrario, penso di aver sempre tenuto ben nascosto ciò che la mia fantasia mi offriva. Lo faccio anche ora, mentre ti permetto di leggere ciò che la mente mi suggerisce.
Suppongo di non aver mai pubblicamente ostentato il ripudio di stili di vita da me non adottati e di aver sempre accettato, tentato di comprendere, tentato, al massimo, di ignorare gli stessi che spesso tu adotti, raschiando fastidiosamente contro la mia lavagna ideale su cui c’è scritto “PAZIENZA”.
Forse mi son posta in modo non del tutto corretto, forse non mi son posta affatto, ma ciò che ho gradito è stato il disinteresse da parte tua nel conoscere il motivo per cui non mi ponevo affatto o mi ponevo per caso e per errore.
Ciò che mi duole è la realtà di oggi, secondo la quale non sei più un essere incline al pensiero. Ho sempre pensato a questa realtà come l’incubo da cui volevo tenermi il più lontano possibile. È esattamente questa la ragione del mio ripudio, tale da indurmi a pormi in modo erroneo. Erroneo da due punti di vista: innanzitutto perché che ti lascio intendere che mi ritengo superiore nell’intelletto, nell’animo, nelle pratiche sessuali e così via; erroneo perché esprimo il mio giudizio in termini non adeguati alla ristretta sfera di termini di cui tu disponi.
Allo stesso modo, non ponendomi affatto, ti lascio intendere che non mi importino i pochi argomenti che ti affatichi a trattare nel tentativo fallimentare ed assurdo di mutare la mia idea al riguardo: poco meno che bassezze.
Il problema è che semplicemente si crede ciò a cui si vuol credere.
Dodici anni fa credevo di aver incontrato chi come me preferisce un bicchiere pieno d’acqua ed una fonte che splenda di luce propria, ma oggi in te vedo un morbo che si disseta da una latrina fangosa e che predilige la carne digitale al seno naturale.
Se abbiamo deciso di rendere la mia personalità smisuratamente orgogliosa, apatica, sgradevole agli occhi e alle orecchie dei vili che ti commiserano è solo perché questo è l’unico modo per rendere la tua piccola personalità, dunque la tua presenza, gradevole e sopportabile.
Potrei, in qualche modo, “mascherare” il mio approccio sbagliato presentandolo come una “pausa di riflessione”, ma sarebbe una bugia.
Sono l’ospite di chi non influenzerebbe negativamente il clima di questo mio nido ed è per questo che sei arrivato fino a queste ultime parole, che dopo averle lette ti lasceranno perplesso, stordito.
Guarderai il bagaglio ai tuoi piedi, poi, con aria interrogativa e amareggiata, guarderai la porta di casa chiusa davanti a te.
Addio, marito mio.
La tua futura ex moglie
Parte 2 – Lettera di risposta del marito tradito
Cara mogliettina,
preferisco chiamarti un’ultima volta così, consapevole che le decisioni che hai preso senza consultarmi non possano comunque limitare la mia libertà d’espressione.
Mi rammarica l’idea che la mia decennale compagna abbia perso così tanto tempo alla ricerca di vocaboli di alto livello, magari nella speranza di farmi credere che quello sia lo stesso tono che usa in genere.
Mi rammarica ancor di più l’idea che la mia cara moglie abbia sfruttato tutte quelle ore (o magari giorni interi!) per comporre una lettera in cui, in sostanza, non fa altro che dirmi: “Ti caccio di casa perché ho trovato un amante”. Sono contento se questo fresco eroe, oltre che un dizionario, abbia portato nella tua vita una ventata di passione e novità, giacché la fiamma che scaldava il nostro letto si è estinta già da diversi giorni. Spero solo che la “ventata di novità” che dicevo prima non consista in un eroe tanto fresco da portarsi dietro ancora la scia del profumo di latte materno. Se dovessi mai incontrarlo, mi auguro di non sentire l’odore di quella scia: non vorrei supporre che quel profumo possa provenire da te stessa.
A proposito di latte materno e, quindi, di bambini: i nostri angeli, P. e G., frequentano da ieri il circolo culturale di cui faccio parte da vari anni. La bambina si è trovata benissimo fin da subito: i suoi nuovi amichetti le hanno prestato tanti bei libri da leggere prima di andare a dormire. P., invece, all’inizio era un po’ timido, ma l’ambiente lo ha stimolato quasi subito. Ho pensato che sarebbe bello avvicinarli alla cultura già da ora, proporzionatamente alla loro età. Sarebbe stato bello assistere insieme al loro germoglio.
Da buon marito, avrei retto il tuo gioco: avrei nascosto le tue crisi paranoidi e i tuoi frequenti appuntamenti in farmacia e dai vari professionisti. Ora, però, mi sento costretto a dover venirti incontro diversamente, prendendo in affidamento i nostri cuccioli. Il mio avvocato provvederà a tutto: abbiamo abbastanza materiale da poterti liberare non solo dal fardello dei bambini, ma anche da quello del cane.
Sono convinto che lui ti darà un barboncino tutto alla moda.
La tua lettera ha raschiato fastidiosamente contro la mia lavagna ideale (come dici tu) su cui c’è scritto di tutto, ma certamente non “TONTO”. Cercherò di giustificare la tua azione, vista la tua incapacità di porti in maniera corretta. Eppure, in fondo al mio cuore, non riesco a capacitarmi del motivo di tanto astio nei miei confronti, dopo anni di rispetto, di viaggi, di avventure, dopo due meravigliosi bambini, un cane e tanto altro. Forse si tratta solo di noia.
Per le prossime volte in cui ti troverai a scrivere una lettera , non posso che consigliarti di giungere direttamente al nocciolo della questione.
Ci vediamo in tribunale.
Non più tuo devotissimo, F.
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Immagine di copertina: The Gates of Dawn, di Herbert James Draper.
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