Il sesso inutile
Viaggio intorno alla donna
Autrice: Oriana Fallaci
“Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico.
Il padreterno fabbricò uomini e donne perché stessero insieme e dal momento che ciò può essere molto piacevole, checché ne dicano certi deviazionisti, trattare le donne come se vivessero su un altro pianeta dove si riproducono per partenogenesi mi sembra privo di senso.”
La Fallaci è sicuramente uno degli intellettuali italiani sui quali più si sono mosse critiche, dibattito tutt’ora aperto dato i recenti fatti di cronaca che coinvolgono il mondo islamico, sul quale Oriana ha sempre avuto un’opinione forte, sicuramente discutibile, ma non per questo mal argomentata.
Talvolta questa parentesi della sua carriera (che comprende libri come La forza della ragione e La rabbia e l’orgoglio) offusca le sue idee progressiste, soprattutto sulla condizione femminile, tema di questo libro dal titolo spiazzante.
L’intento dell’autrice è quello di percorrere un lungo tratto di terra che le consenta di studiare tutte le situazioni possibili in cui vengono a trovarsi le donne, per colpa loro o di certi tabù. Il viaggio, che riprende miticamente quello di Phileas Fogg, riguarda mirate porzioni del pianeta.
La prima tappa di Oriana è Karachi, in Pakistan, dove assiste al fastoso matrimonio di una sposa-bambina, lì ha l’opportunità di confrontarsi con altre donne sui matrimoni combinati. Vivendo la quotidianità nei paesi islamici la Fallaci si sofferma sulla percezione di essere l’unica donna sopravvissuta ad un diluvio universale, tanto la presenza femminile è latente nella società islamica.
La seconda tappa del viaggio la porta in India, a Nuova Delhi, dove conosce le “farfalle di ferro”, donne impegnate socialmente per l’emancipazione femminile, e la nostalgica maharani di Jaipur, connubio tra antico e moderno, oriente ed occidente.
L’itinerario si sposta poi in Malesia, lì Oriana incontra le matriarche e continua verso Singapore, dove intervista Han Suyn, una donna dalla storia commovente ed intricata che ispirerà il film L’amore è una cosa bellissima; passa poi per Hong Kong, considerata come l’ultimo baluardo dell’occidente in Asia; a Tokyo e Kyoto incontra poi le ultime geishe, fino ad arrivare nelle isole Hawaii, dove le loro abitanti sono una caricatura turistica di tradizioni ormai estinte. Il percorso termina simbolicamente negli Stati Uniti, a New York, dove le donne, sebbene abbiano importante peso economico e sociale, non si rivelano essere più felici delle altre, disseminate per il resto del pianeta
Tra le critiche che si potrebbero muovere a questo libro, ed i motivi che potrebbero spingere qualcuno a non leggerlo è soprattutto la sua data di pubblicazione: inizio anni ’60. Da allora, fortunatamente, la condizione femminile dei molti paesi descritta, è cambiata. Allora, che cos’ha ancora da dire a noi oggi, se non essere uno spaccato sul mondo dell’epoca?
Il sesso inutile è uno scorcio estremamente intimo di una donna che guarda altre donne, le quali vivono in un ambiente spesso a loro ostile. Il lettore osserva attraverso gli occhi di Oriana, ed è letteralmente trascinato dalla sua forza ed intraprendenza.
Questo scorcio si rivela, quindi, molto personale, quasi fosse un viaggio di formazione nella consapevolezza di essere donna nel mondo e del suo difficile percorso di emancipazione, passando dai paesi islamici fino agli Stati Uniti.
La Fallaci descrive, non come un esperto, non come attento analizzatore della realtà che la circonda, ma come donna, come essere umano in tutte le sue debolezze. Proprio per questo, talvolta, i suoi giudizi sono poco obiettivi, in alcuni momenti addirittura contraddittori. Non ci si deve aspettare, quindi, il parere di un antropologo o di un sociologo, ma quello di un compagno di viaggio. Interessante potrebbe essere fare un parallelo su cosa sia cambiato oggi, su cosa la Fallaci dovrebbe rivedere le sue opinioni e quali invece sono rimaste inossidabili nel tempo, un confronto immaginario tra lettore ed autore, che eviterebbe di far scadere questo grande reportage come datato.
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