Quercia solitaria
Solitaria ove nulla regnava
giaccio qui ormai spoglia, ormai priva,
della giovane età che m’abbelliva;
resto qui ad aspettare ignara.
Solo primavera che mai rivedrò,
e mi nutro del gelo invernale
incastonato nel mio naturale
reticolo venale già da un po’.
Schiudo ai poeti tali misteri
che sempre li ritrovo ai miei piedi:
chi per gioco, chi per melanconia,
chi per ricordo o per compagnia.
Silenziosa la mia chioma ascolta
il mondo intero che la circonda
e nuovamente mi ritrovo sola
ad asciugarmi il naso che cola.
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