ESPERIMENTI LETTERARI Storie

Hiss – Sibilo

Scritto da Eowith

Quel sibilo nella mia testa, lieve e costante non mi dava pace.
Stordito, raggiunsi velocemente il bagno. Lasciai che la porta si richiudesse alle mie spalle mentre mi accovacciavo a terra. Le mani nei capelli.
Non si preoccupi si tratta soltanto di acufene. È un disturbo comune” avevano detto.
Ma questo dannato fischio non accennava a diminuire anzi, si fece ancora più acuto fino a trasformarsi in un ronzio che arrivò a scuotere le mie membra.
Forse stavo impazzendo.
Sì, stavo diventando pazzo rinchiuso in quella stanza fredda, e le allucinazioni uditive non potevano che essere una delle tante manifestazioni di una qualche forma di schizofrenia.
Ma quello che udivo non era mera invenzione, ne ero sicuro.
Gli occhi iniziavano a bruciare.
Quei suoni graffianti che mi riempivano le orecchie non cessavano. Strinsi la testa ancora più forte fino a quando non mi ritrovai una sostanza vischiosa nelle dita della mano destra.
La penombra del bagno non mi permetteva di vedere bene di cosa si trattasse.
Il ronzio diventò uno stridio agghiacciante, accompagnato da un insolito prurito che si diramava dall’orecchio fino alla tempia.

Barcollante e sull’orlo di una crisi isterica tentai di alzarmi cercando a tentoni il tasto della luce.
Se solo avesse smesso di fischiare in quel modo insopportabile!
Lo trovai.
I miei occhi, rossi, si posarono su quella figura devastata riflessa nello specchio.
Stavo sudando. Tremavo.
Lo stridio e il prurito mi stavano uccidendo. Vivevo ormai i miei ultimi lucidi attimi di pura follia?
Guardai la mano: le dita erano impregnate di un anomalo liquido giallognolo.
Mi sporsi verso la mia immagine e notai cosa stava succedendo alla mia pelle: un rilievo.
C’era qualcosa, proprio sulla tempia destra, che tentava di uscire.
No!
Quando capii di cosa si trattava probabilmente cercai di urlare ma lo stridio coprii la mia angosciante disperazione.
Era un verme quello che veniva fuori, viscido e ripugnante. E dopo di lui altre bianche testoline uscirono, cadendo nel lavandino.
No! No!
In preda al panico scavai la pelle con le unghie nel vano tentativo di toglierli.
Sembravano non finire mai.
Lo stridio prolungato mi lacerava l’anima allo stesso modo in cui i vermi scavavano la mia carne, dilaniandomi. Completamente.
Lo specchio rifletteva solo i grumi del mio volto.
Grumi e vermi.

 

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