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Thor: il dio norreno fra comics e pellicola

Scritto da Rorschach

Thor. E’ finalmente arrivato. Il sequel che molti aspettavano è già fra noi.
Dopo l’ultima ipermainstream pellicola, apprezzata da fan vecchi e nuovi, uscita nel 2011 e diretta da Kenneth Branagh, ecco che si appresta a venir proiettato nelle sale il secondo capitolo della saga: “Thor: the dark world”, diretto stavolta da Alan Taylor.

Parlare dei film raccontandone le trama è scontato: la conoscete (o la conoscerete) benissimo.
Parlare esclusivamente del Thor fumettistico, invece, sarebbe impossibile: oltre 50 anni di continuity, una caterva di disegnatori e sceneggiatori impossibile da elencare, trame, intrecci, scontri, resurrezioni, incongruenze, riferimenti al Marvel Universe, viaggi in universi paralleli… No no. Mi volete morto? Neanche Stan Lee ormai sa più che piega hanno preso i sui personaggi. Quindi nada.
Allora proviamo a fare altro. Uniamo le caratteristiche del Thor fumettistico (sebbene ogni scrittore imprima una propria idea al personaggio mi riferirò ai pilastri portanti che lo sorreggono) e paragoniamole a quelle del Thor cinematografico.
Ecco qua l’idea. I 2 Thor a confronto. Due mondi, due universi distinti, pro e contro. Perché dover vedere i film? Perché dover leggere il fumetto?
Si parte, statemi dietro:

Pro: LOKI

Esatto, ogni personaggio, indipendentemente dalla trama o dal genere, deve affrontare delle situazioni, delle sfide. Se entriamo nel supereroistico e se ci focalizziamo sull’Action (non tutti i supereroi sono “azione & cazzotti”, la Doom Patrol e la Justice League Dark insegnano) ecco che diventa importantissimo il nemico. La grandezza di un supereroe è proporzionale a quella della sua nemesi. Se quindi personaggi come Devil, Batman e Capitan America sono entrati nell’immaginario collettivo di intere generazioni, un merito va dato anche a Bullseye, Joker e Teschio Rosso che ne hanno potuto definire le gesta. Loki, in questo ragionamento, non è da meno. Ma quale mai potrà essere il nemico di un Dio possente, forte e in grado di piegare i fulmini al suo volere? Non si può conbattere la forza con la forza, lo scontro diretto con il Dio del Tuono sarebbe ridicolo. Ecco quindi la perfidia, il sotterfugio, il travestimento. Loki Laufeyson: figliastro di odio, figlio del gigante di ghiaccio Laufey, Dio dell’ Inganno.
Ora, sebbene la contrapposizione forza-astuzia è sfruttata molto bene nelle trame fumettistiche, non si può dire lo stesso in ambito cinematografico: il Loki della pellicola non è così “astuto”, lo spettatore può prevedere le sue intenzioni e la sua importanza viene così meno. Volete un esempio? Negli Avengers la Vedova Nera, usando una psicologia inversa da terza elementare, induce il DIO DELL’INGANNO a svelare i suoi piani.
Cioè dai, aspetta. Rallenta un po’.
E’ il dio dell’inganno, non il portavoce o l’ambasciatore dell’inganno.
No, ne è il fottuto DIO. E si fa ingannare così da una puttanella russa?
Tuttavia è giusto spezzare una lancia in favore del Loki cinematografico: per comporre una trama contorta e ingegnosa ci vuole tempo. “Facile” se hai a disposizione anni di continuity fumettistica, un po’ meno se hai due ore di pellicola a disposizione. Considerando questo fattore il Loki cinematografico è comunque un personaggio riuscito bene.
Contro: Picchi ormonali delle Newfag
Esatto, la coppia Loki-Thor ha fatto bagnare le mutandine a ragazzine di mezzo mondo. La Rule34 piace a tutti (ovviamente scherzo, forse), ma nelle pagine facebook e nei forum si è toccato e superato il ridicolo e il grottesco. Loki e Thor son passati da esser Dei norreni ipercazzuti a personaggi da citazione filosofica mainstream fino a diventare protagonisti per immagini hot per quattordicenni in crisi ormonale.
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“Esagerato!”: mi direte. “Te le sei andate a cercare apposta!”. Eh, no.
Innanzitutto queste sono fra le più innocenti che ho trovato, punto numero due non è affatto un’esagerazione mia. Se lo fosse perché in Cina alcuni cinema hanno photoshoppato apposta un’immagine così da attirare più clientela femminile? Eccola a voi:

Vai a spiegarglielo che in realtà Loki è così:

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Pro: Mitologia
La mitologia piace a tutti, c’è poco da fare. Addentrarsi in un mondo magico popolato da eroi, battaglie leggendarie, Dei e mostri fantastici è a dir poco affascinante. La mitologia norrena, ricchissima e poco conosciuta (a meno che non abbiate giocato ad Age of Mithology) è un ottimo calderone dal quale attingere, volta per volta, trame, personaggi, bestie fatate e chi più ne ha più ne metta. Nel fumetto questi ingredienti vengono sfruttati bene, ma non al massimo. Ricordiamo che Thor è anche un Vendicatore, e quindi un buon 50% delle sue apparizioni riguardano scazzottate da supereroe. Inoltre: Asgard che si trova sulla terra in un terreno legalmente acquisito? Thor che in Civil War viene clonato?!? I martelli magici di quella porcata che è “Fear Itself”? Insomma la Marvel se ne frega delle trame epiche e mitologiche e preferisce le sue idee pezzenti. Che comunque vendono.
Nel film? Il lavoro è più che soddisfacente: Asgard, il ponte dell’arcobaleno Bifrost, il guardiano Heimdall e Odino… Insomma i costumi dei personaggi e le ambientazioni sono davvero ben realizzati. Lo stesso Mjolnir è fedelissimo alla rappresentazione fumettistica. Non male.

Contro: E va bene la mitologia, ma perché i robottoni?
Esatto. Sto parlando dei “Distruttore” del primo film e dei vermoni metallici degli Avengers. Insomma, dopo dei costumi ben realizzati, Anthony Hopkins nei panni di Odino, delle ambientazioni “disegnate” così bene… Il film ti butta fuori il robottone. Ma perché? Eppure il calderone di prima è capiente: butta la mano e pescherai il lupo Fenrir (che ci stava pure bene in quanto figlio di Loki) o dei troll del gelo random. Il robottone proprio no. Stesso discorso da fare negli Avengers. Non è che i vermoni giganti siano brutti, ma perché non scatenare nel mondo anche Jormungand il serpente magico che avvolge il mondo, iper-nemico di Thor?
Misteri. Al pubblico piacciono le cose metalliche che prendono cose, fanno robe, laser –pew-pew-pew- che proprio -boom-kaboom- e perde la testa.
Ps: il Distruttore viene anche lui dal fumetto, ma è comunque un’idea pezzente.

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Pro: Thor è pur sempre Thor
Ovviamente il più grande pro di Thor è Thor stesso. Un personaggio il cui carisma, coraggio e nobiltà ha affascinato schiere di lettori non poteva far altrettanto che con un pubblico cinematografico. La sua importanza narrativa trascende molte volte la sua potenza fisica. E’ oltre il supereroistico: nessun lancia-ragnatele, nessuna bat-caverna. Solo quintali di onore, muscoli divini e il fidato Mjolnir. Lui è il Dio del Tuono, e non teme di ricordarlo a chiunque abbia l’ardire di insultarlo o affrontarlo.  Se la più grande caratteristica che deve avere un qualunque personaggio, dal romanzo rosa al noir più sporco, è la sua capacità di magnetizzare a se l’animo del lettore, ecco che Thor centra l’obbiettivo. Rappresenta inflessibile mascolinità, l’arroganza di cui siamo portatori, un incredibile onore che non siamo in grado di far nostro. Perfino il carattere di scrittura che viene scelto per i balloon del Tonante è arcaico e i dialoghi hanno termini vetusti e ricercati.
Un po’ come Ercole per i greci, Thor è un personaggio al di là delle nostre possibilità, eppure ha un fondo di fragile umanità che lo avvicina a noi e lo rende più “nostro” rispetto ad altri personaggi divini.

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“poche cazzate, con me non si scherza”

 

Contro: Si ma forse nel film non è proprio così…
Esatto. Chris Hemsworth fa troppo la parte del belloccio americano per poter essere un Thor credibile. Avrei preferito una versione cinematografica più ruvida e violenta e un personaggio con dei tratti fisici e caratteriali più marcati. Thor non deve essere un modello. Deve essere uno sporco guerriero norreno dagli occhi glaciali e dalla mascella contratta dalla tensione. Il suo sguardo è quello di un dio implacabile, non di un tredicenne troppo imbarazzato a corteggiare una ragazza.
La differenza fra i due Thor?

Eccola:

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“C-Ciao piccola, posso sedermi? S-s-sei molto carina…
Che bel cielo eh?… Ehm… Senti, ti posso dare un bacetto?
No?
Ah… Ma sai, sono il Dio del Tuono…
Proprio nient…
Oh, ok…”

Nel fumetto invece…

sm

TACI DONNA!! GENUFLETTITI E UNGIMI DI IDROMELE!

 

Pro: Avengers continuità

Da un punto di vista fumettistico non ha senso parlare di Avengers Continuity visto che il Marvel Universe è intrecciato e ogni testata è bene o male collegata all’altra. Anzi, pure troppo. Fa girare un po’ le palle recuperare mille albi diversi per avere un quadro globale di quel che avviene in “civil war” o “secret invasion”. Da un punto di vista prettamente cinematografico, invece, sono soddisfatto da come sia il film sugli Avengers (che ha come nemico principale proprio Loki) sia il secondo film su Thor si inseriscano in un grande disegno cinematografico. Questa concezione era mancata fino a qualche tempo fa (vedi anche: daredevil, x-men, ghostrider ecc) e si appresta adesso a creare un grande scenario supereroistico anche su grande schermo. Ulteriore esempio di questa scelta è l’ultimo film di Spiderman e l’introduzione di Lizard. Voci di corridoio suggeriscono nei successivi film l’introduzione di altri nemici come: Electro, Goblin, Rhino… Fino ad arrivare ad un film finale: Spiderman Vs Sinister Six, dove i Sinister Six sono una storica formazione di spidey-enemies che ha accompagnato il tessiragnatele per lungo periodo.
Contro: Personaggio poco sfruttato
In un’invasione aliena come quella nel film degli Avengers Thor avrebbe potuto friggere tutti i nemici in qualche minuto, teleportare il missile diretto verso New York con il suo Mjolnir in un’altra dimensione o semplicemente pestare di botte Loki nei primi 5 minuti. Okay, non avrebbe avuto senso fare il film a questo punto. E invece no, perché se uniamo all’esercito dei Chitauri anche l’ipotesi di un Loki più subdolo e di un migliore sfruttamento della mitologia legata al mondo norreno avremmo potuto vedere Iron Man e Hulk contro i robottoni, Thor contro il Jormungand e Occhio di Falco, Vedova Nera e Cap insieme all’esercito degli USA e agli altri supergruppi di New York (come Fantastici 4, Spider Man, Devil, X-Men… Sai che colpo di scena?) che si scatenano contro troll di ghiaccio, chitauri e guerrieri nordici corrotti.
Invece no, dobbiamo assistere alla scena Iron-Man-centrica (come un po’ tutto il film) di uno spavaldo Stark che prende il missile, lo spedisce al nemico per poi cadere giù da eroe, vabè.

 

Per concludere, la versione cinematografica di Thor rivela un personaggio mainstream, easy e non particolarmente impegnativo, ma che è in grado di offrire intrattenimento con ambientazioni fantastiche e mitologiche e personaggi, in relazione ai tempi cinematografici, tutto sommato credibili.
Certo, siamo ancora lontani dalle saghe epiche offerte dalla versione cartacea, ma tengo a sottolineare che queste versioni sono sì detentrici di grandi climax, ma anche di saghe scialbe e piatte.
Basta parlare quindi, fiondiamoci al cinema pronti ad stupirci, ridere, emozionarci e criticare (soprattutto criticare) questo nuovo “The Dark World”.
A voi l’ardua sentenza!

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Rorschach

Studente di ingegneria, lettore di fumetti, bassista occasionale, amministratore e scrittore sconclusionato.
Non credo nelle descrizioni da blogger e quello che leggo su internet, non dovreste farlo neanche voi. Forse. Chissà. Meh. Fanculo.