Miguel Ángel Martín, il maestro del fumetto supercensurato in Italia intervistato da UdM
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Il suo nome potrebbe non dirvi niente, non suggerirvi nessun personaggio o avere alcun significato, eppure il fumettista spagnolo Miguel Ángel Martín ha fatto la storia della censura nel nostro paese. È l’Aprile del 1995 e il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cremona ordina il sequestro della pubblicazione della prima edizione di Psicho Pathia Sexualis. L’accusa? Contenuti impressionanti, agghiaccianti e di contenuto raccapricciante. Vicenda questa, che odora fin troppo di oscurantismo e censura. L’arte del Maestro di Léon, mentre veniva censurata in Italia, era acclamata e apprezzata in tutta Europa, ricevendo consensi e recensioni più che positive dal Time ed El Pais, coronando il fumettista con il premio Best New Artist Award per il Barcelona International Comic Fair del 1992.
In Italia, appunto, siamo andati in leggera controtendenza.
Da quel momento l’opinione di numerosi artisti si solleva, in un grande tumulto di rivolta intellettuale pronta ad appoggiare l’arte del maestro spagnolo. Sono molti coloro che escono allo scoperto per difendere la nona arte e la libertà d’espressione artistica: Oliviero Toscani, Dario Morgante, Cristiano Armati, Aldo Busi, Davide Toffolo e Milo Manara sono solo alcuni di coloro che si sono schierati con Miguel Ángel Martín.
Le traversie continuano, ma il 17 luglio 1996 il giudice Paolo Bernazzani assolve l’editore, Jorge Vacca, dalle accuse. Il mondo del fumetto festeggia, così come quello dell’editoria libera e indipendente: Psicho Pathia Sexualis può essere pubblicato.
Gli anni passano e Martín continua a produrre, fogli su fogli e fiumi di china di storie crude, intense e dolorose. Trovare un editore è difficile e il pubblico non è pronto. Mancano i mezzi? Manca una giusta possibilità?
Questo ci porta nei primi anni 2000, anni della rivalsa di Miguel Ángel Martín sulle pagine della Nicola Pesce Edizioni, coraggiosa e giovanissima casa editrice pronta a pubblicare raccolte complete e racchiuse in volumi autoconclusivi delle opere più acclamate dell’artista. La giovane casa editrice ha puntato molto sul talento, la sensibilità e la grande capacità creativa e devastatrice di uno dei fumettisti più acclamato ovunque tranne che in Italia e da quel momento i premi e i riconoscimenti non fanno che aumentare. Martín vince il Premio Attilio Micheluzzi (Napoli Comicon, 2003), il suo Brian the Brain viene scelto come Miglior Libro di Scuola Europea nel 2006 al Festival Romics e nel 2007 viene votato come miglior volume a fumetti dai lettori di «Repubblica XL».
Fra le sue opere più note ricordiamo:
Total Overfuck. Testo che raccoglie interamente Psycho Pathia Sexualis, Snuff 2000, Snuff 2000 il film e Feel the pain, Feel the pleasure alcune di queste del tutto inedite in Italia. Questo albo è senza dubbio quello più forte e controverso dell’artista. Tutte le sue storie più estreme e crude sono raccolte qua. Il tratto è pulito, lucido, così definito da rendere il bianco accecante, la cui pulizia stilistica contrasta fortemente con i temi affrontati dall’autore. Un volume fondamentale, ma decisamente non per tutti.
Brian the Brain. Contrariamente al primo titolo quest’ultimo è carico di una forte dolcezza intrinseca. Ripercorriamo la storia di un bambino nato senza scatola cranica, con il cervello più naturalmente esposto di tutti i suoi amici. Dettaglio, questo, che non potrà che procurargli solo problemi e giudizi negativi dall’esterno. Quest’opera affronta temi complessi come la paura del diverso, la discriminazione, la ricerca scientifica, il bullismo e la condanna della solitudine.
Surfing on the third wave. In questo volume mai pubblicato prima in Italia, il Maestro di Léon ci presenta uno scenario contemporaneo e impietoso della società moderna, un variegato assurdo dipinto di cinismo, dove non c’è né giusto né sbagliato, ma solo un’altra visione di una realtà postmoderna e implacabile.
L’intervista
Grazie alla pagina L’Universitario di Merda e alla collaborazione nata con la Nicola Pesce Edizioni abbiamo potuto affrontare diversi temi. Qual è l’importanza dell’arte come mezzo di divulgazione di pensiero sociale? Quando la libertà di espressione si evolve fino a diventare apologia di reato? Quando è legittimo censurare?
È proprio per questo che, quando ci è stata offerta la possibilità di avere a che fare direttamente con la mente geniale del fumettista dietro tutte queste opere tanto crude quanto vere, non potevamo tirarci indietro. Ecco qua per voi la lista di domande che i fan della pagina hanno formulato e scritto per Miguel Ángel Martín e le risposte dell’autore spagnolo.
Domanda: Cominciamo con una piccola nota autobiografica: chi è Miguel Ángel Martín per Miguel Ángel Martín?
Risposta: Un psicopatico che disegna fumetti.
D: Quando comincia il suo amore per la nona arte?
R: Da piccolissimo. Mio padre mi acquistava sempre un fumetto all’uscita della messa. Prima fumetti Disney e Bruguera, una casa editrice che pubblicava fumetti per bambini tipo Mortadelo y Filemón. Dopo El Capitán Trueno, personaggio molto popolare inSpagna.
D: Chi sono i maestri del fumetto, scrittori, autori e registi che l’hanno influenzata artisticamente di più nel corso degli anni?
R: Fumettisti: Scuola Disney, Jacovitti, Will Eisner, Moebius, Calonge. Scrittori: J. G. Ballard, William Burroughs, Alvin Toffler, Steven Pinker. Registi: Sam Peckinpah e David Cronenberg. Musica: WhiteHouse, Esplendor Geométrico, Maurizio Bianchi, Magma.
D: Scrittura e musica. Quando si cimenta a scrivere una nuova storia quale genere o artista musicale sceglie?
R: Preferisco la musica strumentale alla vocale e il rumore alla musica. Oltre agli artisti citati prima, adesso ascolto anche: Pan Sonic, Bastard Noise, Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza (fondato da Ennio Morricone), Musica Elettronica Viva, Nurse With Wound, Techno Animal, Supersilent, The Necks, The New Blockaders, CopASS Grinderz.
D: Ci consigli tre brani o dischi. Uno da ascoltare leggendo Total Overfuck, il secondo per Brian the Brain, il terzo per Surfing on the third wave.
R: Whitehouse ha ispirato quasi tutto Psychopathia Sexualis. Raccomando il suo disco “Great White Death”. Per leggere Brian the Brain consiglio “Kesto” di Pan Sonic, una scatola con 4 CDs, secondo me, il suo capolavoro. E per Surfing on the Third Wave, “Re – Entry” di Techno Animal.
D: C’è stata qualche opera o un evento particolare che ha fatto scattare una scintilla in lei…? Opere come Psycho Patia Sexualis non si scrivono da sole. Il processo di creazione è stato lento o è tutto esploso come un vulcano a seguito di qualcosa?
(Giovanni G.)
R: Quasi tutte le storie di Psychopathia Sexualis sono state pubblicate prima sulla rivista TOTEM (Josep Toutain editore). Io disegnavo due o tre storie al mese e la rivista ne pubblicava una ogni mese. Ma io avevo già in testa l`idea principale ispirata come ho detto prima sul brani di Whitehouse. Infatti praticamente ogni titolo è preso dei titoli di Whitehouse.
D: Brian the Brain è un fumetto di una dolcezza intrinseca. Si toccano moltissimi temi, dal bullismo all’esclusione del diverso, dalla solitudine alla sperimentazione scientifica. È stato sempre attratto dal fumetto come opera sociale o il suo obiettivo era solo voler raccontare una storia?
(Stefano Sangirardi).
R: Il mio obiettivo è solo raccontare storie, sempre! Sia Brian, Bitch o Total Overfuck. Mai ho voluto fare affermazioni né reclami sociali. Solo sono un artista e non ho responsabilità sociale né simpatie etiche.
D: L’artista è definito dalle sue opere, ma molte volte l’artista è solo un mezzo per permettere ad un’idea di vedere la luce. Quanto di lei c’è nelle sue opere? Le è mai capitato di essere anche lei “vittima” di esse?
(Jacopo Turaccio)
R: Nelle mie opere c’è abbastanza di autobiografico, anche in Total Overfuck, ma non posso dirlo, ha, ha! Il materiale per fare fumetti miei è una parte autobiografia, altra parte informazione, ed altra parte immaginazione.
D: Psycho Patia Sexualis è un’opera che ha fatto la storia della censura in Italia. Per appoggiare la sua causa, la libertà di stampa e la sua espressione artistica un coro di voci autorevoli si sono sollevate, da Milo Manara a Oliviero Toscani. Qualche anno prima lei vinceva il Best New Artist Award per il Barcelona International Comic Fair del 1992. Come ci si sente a ricevere un tentativo di censura in Italia mentre si riscontrano apprezzamenti unanimi altrove? Come ha vissuto la vicenda il Martín uomo e il Martín artista? (Francesca B.)
R: Devo dire che nel mio caso la censura è stata qualcosa di provvidenziale. Ho ringraziato diverse volte la Procura di Cremona per aver sequestratoil mio fumetto, ha, ha! Grazie alla censura la mia opera è diventata conosciuta e avvalorata, soprattutto dopo la pubblicazione di Brian the Brain. È stata una bella pubblicità gratis, ha, ha! Paradossi della vita: questo anno Total Overfuck (incluso Psychopathia Sexualis) ha vinto il premio al meglio fumetto di scuola europea al Romics! Grazie alla censura ho cominciato a conoscere l’Italia e tantissima gente interessante.
D: Lars von Trier, regista cinematografico a dir poco controverso, ha più volte ribadito come scrivere una delle sue opera più crude, Antichrist, gli abbia permesso di recuperare il controllo sulla propria vita e di affrontare una profonda depressione. Leggendo le sue opere mi viene da chiedermi… la durezza e la violenza psicologica di ciò che scrive è per lei o per i suoi lettori? Si cerca lo shock, si vuole sconvolgere l’opinione pubblica o in realtà è tutto parte di una cura, inconscia o meno, che fa solo per sé?
(Paolo Pinos)
R: Io non ho mai voluto essere trasgressivo. Per me la controversia e la provocazione sono solo un gioco, un divertimento. Secondo me Psychopathia Sexualis è un fumetto soprattutto umoristico! Credo che dalla copertina è ovvio l’umorismo. Per la prima volta un fumetto è stato pubblicato con una copertina senza disegni e sembra proprio più una rivista pornografica, ha, ha! Psychopathia Sexualis è solo una boutade come l urinario di Duchamp, chiamato ‘fontana’. Di proposito, e come curiosità, io non sono mai stato depresso! E faccio fumetti per voi non per me. Io non ho bisogno di disegnare per me, perché le idee stanno già nella mia testa, ha, ha!
D: Come mai dedicarsi a questo genere? È stata una scelta volontaria? Cioè, quel che mi chiedo è se anni fa, quando ha deciso di intraprendere la strada del fumettista, aveva già in mente questo suo percorso.
(Selene Gallone)
R: Non avevo niente in mente. Solo che mi piaceva raccontare storie con fumetti. Devi considerare che contemporaneamente stavo disegnando Psychopathia Sexualis per la rivista spagnola TOTEM (Toutain editore) e Giorni felici per il giornalino infantile del giornale spagnolo Diario 16. Tranne Psychopathia e Snuff 2000 il resto delle mia opera sono state commissioni per riviste e giornali. Tutto il mio percorso è stato improvvisato. Come quasi tutti i miei fumetti.
D: Secondo la sua esperienza, qual è la differenza fra Italia e l’estero per uno sceneggiatore o un disegnatore che vuole emergere nel campo del fumetto? E, se questa differenza c’è, a cosa può essere attribuita?
R: L’Italia è un paese molto più sofisticato della Spagna. L’Italia è sempre stata in prima linea di tutto: cinema, musica, arte, moda, fumetto! Adesso vedo tanti disegnatori spagnoli e stranieri pubblicati in Italia che non vedo in Spagna, e sicuramente neppure in USA, Germania, Francia, UK. Sono molto onorato che il mio lavoro sia così apprezzato in Italia.
Qua di seguito lo sketch che il maestro del fumetto estremo spagnolo ha disegnato per noi. Ringraziamo tantissimo l’artista e l’editore Nicola Pesce per l’opportunità e la collaborazione per l’intervista.
Trovate il catalogo completo delle opere dell’artista QUA.
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