ESPERIMENTI LETTERARI Storie

Frequenze – Addio capelli

Scritto da Noise

Una nuova frequenza: Addio capelli. Una storia di Noise tra inadeguatezza, insonnia e il desiderio di una fuga che non tarda ad arrivare.

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Quella notte nostro padre tornò tardi a casa, dopo mezzanotte, io ero ancora sveglio; sbronzo, sudato, umidiccio, ma sveglio.

C’ignora, ignora nostra madre. Forse stanotte faranno sesso, sesso senza amore, sesso senza passione. La passione è svanita, l’amore forse non c’è mai stato. Lui fa il camionista, anzi, lo è! Puzza di sudore e di grasso unto anche dopo che si è lavato. Da piccolo volevo essere come lui, fare il camionista… poi io sono cresciuto, lui è invecchiato e il camion si è arrugginito.”

Mi buttai  sul letto sentendo la testa molto più pesante di tutto il resto. Col sudore che colava dalle tempie. Provai a dormire e per un paio d’ore ci riuscii. Mi svegliai, la casa ancora silenziosa e la città rumorosa come sempre.

La città non va mai a dormire.

Mi guardai allo specchio: faccia smunta, occhiaie, capelli senza senso. “Sì, io!

Azionai il rubinetto, attesi l’acqua fredda, me ne buttai un po’ in bocca, la soppesai e la sputai sullo specchio.

Mi odio, odio i miei capelli. Prima li amavo, li difendevo. Stanotte mi fanno schifo!

L’acqua scorreva ancora, senza pensarci troppo buttai la testa sotto l’acqua gelata per bagnare i capelli, presi le forbici e cominciai a tagliare. I capelli finirono sul rubinetto, sul lavello, sullo spazzolino da denti, sul pavimento. Li odiavo e dovevano andarsene tutti uno a uno, ma il lavoro non era finito.

“Schiuma, rasoio e addio anche alla barba.

Mi procurai un pennarello nero col quale scrissi sullo specchio: SONO ANADATO VIA, NON CERCATEMI. Tornai in camera, presi il necessario, lasciai chiavi e documenti. L’aria fresca del primo mattino mi fece passare l’insonnia. Il sole stava sorgendo e già mi sentivo meglio. Forse il riserbo covato in tutti quegli anni stava lentamente scomparendo, ma forse era solo la nausea che stava passando!

Mi toccai la nuca e il contatto pelle a pelle mi fece rabbrividire.

“Vabbè, ricresceranno.

E m’incamminai.

 Foto:

 Larry Clark, David Keith Asleep, 1980

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Noise

Sono Noise, il rumore. Sono il battito del cuore e l'affanno del respiro. Sono il ticchettio che ti tiene sveglio la notte. Sono il ronzio che ti perseguita assieme all'afa estiva. Sono il disturbo di frequenza mentre cerchi la tua stazione radio preferita. Sono i tuoi passi che battono sull'asfalto quando vuoi stare da solo. Il rumore ha un colore e una voce, la mia.
Lasciatevi andare alla brezza del mare, perché il rumore delle onde è forte.
Ho una casa o meglio un club e puoi trovarmi là: noisclab@gmail.com

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