GEOPOLITICA

Quantitative Easing alla europea

Scritto da Ivàn Karamazov

Più euro per tutti.

Alla fine anche l’eurozona segue le orme degli Stati Uniti, del Giappone e della Gran Bretagna e si appresta a “stampare” 1080 miliardi di denaro fresco da iniettare nei mercati.

Cosa significa questo?

Significa che la Banca Centrale Europea “stamperà” – stampare va sempre tra virgolette perché di fatto si tratta di denaro elettronico, non cartaceo – euro freschi e li spenderà per comprare titoli di stato. Questo serve per:

  • Alzare l’inflazione e spingere la crescita economica stimolando la crescita dei prezzi e di conseguenza degli stipendi, insieme quindi alla necessità di espandere l’economia e di conseguenza aumentare l’occupazione. È noto che uno dei mandati della BCE è assicurare un inflazione vicino al 2%, e i dati degli ultimi mesi che vedevano inflazione negativa hanno spinto Draghi verso l’utilizzo di strumenti non convenzionali;
  • Spingere i rendimenti dei titoli di stato verso lo 0 (siamo già a tassi ridicolamente sotto il 2% per i BTP decennali italiani) abbassando di conseguenza il costo degli interessi che i paesi devono sborsare per finanziarsi a debito. L’effetto contagia anche i rendimenti dei finanziamenti delle banche, che si vedranno costrette ad emettere credito con minori interessi a beneficio quindi del debitore (mutuari, imprese ecc…);
  • Deprezzare l’euro portandolo vicino alla parità col dollaro e stimolare così le esportazioni. Diventeranno invece più costose le importazioni.

La quantità di titoli da comprare sarà calcolata in base alla quota di partecipazione del singolo Stato alla BCE, fino a un massimo del 33% del debito pubblico, e il rischio sull’acquisto di titoli di stato emessi dai paesi sarà quasi tutto assorbito dalla BCE (80% – il restante 20 sarà condiviso tra i vari paesi) tramite le banche centrali dei singoli paesi. La maggior parte del debito ognuno se lo tiene sul proprio groppone.

È immediato quindi constatare che la manovra monetaria avrà effetti salutari per le finanze dello stato italiano, che potrà quindi investire spendere per assestare le finanze pubbliche e puntare alla crescita. Tutto questo, al momento, fino a settembre 2016.

Vediamo però quali ostacoli si troverà davanti il QE europeo e l’Italia in particolare:

  • La manovra è un chiaro regalo ai paesi in difficoltà e la Germania (quella che controlla le banche, vero?) ne esce sconfitta. Ma sempre la Germania, avendo attuato serie riforme strutturali nel paese, potrebbe invece spingere per sfruttare il meno possibile questo QE e mantenere bassa l’inflazione guadagnando vantaggi competitivi nei mercati internazionali (se in Germania gli stipendi e i prezzi crescono meno velocemente che negli altri paesi a causa di minor inflazione, costa anche meno produrre in questo paese – è proprio questo il meccanismo che finora ha sfruttato per battere la concorrenza dei paesi Euro). Inutile dire che invece l’Italia sfrutterà a pieno il QE per rimpinguare le casse disastrate dello stato;
  • Da un altro lato le scarse speranze di una ripresa reale italiana potrebbero spingere le banche a investire i guadagni del QE nei mercati azionari proprio in quei paesi più affidabili, cioè quelli nordeuropei;
  • Renzi con grande probabilità mette in saccoccia senza colpo ferire le future elezioni;
  • La situazione internazionale non è rosea, con questa operazione l’Europa si spara l’ultima potenziale cartuccia finanziaria, e rimane quindi scoperta in caso di collasso dei mercati finanziari;
  • Immaginiamo che l’Italia sfrutterà l’operazione per salvare i conti dello Stato dall’aumento fuori controllo della spesa pubblica, in particolare quella pensionistica, ma in mancanza di seri cambiamenti della struttura economica e amministrativa del paese una volta terminato il QE si ritornerà al punto di partenza, anzi peggio, avendo in pancia maggior debito;
  • L’Europa comunque sta vivendo una profonda crisi dovuta a fattori naturali, in primis il rovesciamento della piramide demografica. Ne parleremo in seguito. In ogni caso il percorso dell’Europa per il lungo periodo rimane pieno di ostacoli, difficili se non impossibili da superare;
  • Essendo questo QE abbastanza massiccio ci sono le premesse per pensare al vero inizio della disgregazione della zona euro, con gli squilibri tra i paesi che tenderanno ad aumentare invece di puntare veramente all’unificazione del sistema fiscale e finanziario europeo. La condivisione del rischio abbassato al 20% è un chiaro segnale di sfiducia da parte dei paesi che reggono i carrozzoni dei PIGS. Ma è abbastanza ridicolo fare previsioni così azzardate già da oggi, vedremo.

Chiudiamo con un immagine curiosa ma che non vogliamo commentare:

wealth pyramid 2014

Da dove arriverà cotanta ricchezza…

 

Fonti:

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-01-22/bce-conferma-tassi-005percento-attesa-le-parole-draghi–132844_PRV.shtml?uuid=ABw0o7hC

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-22/ecco-perche-qe-funziona-ma-non-come-usa-075322.shtml?uuid=ABNGD2hC

http://www.zerohedge.com/news/2015-01-22/mario-draghis-qe-dreams-come-true-independent-ecb-press-conference-live-webcast

http://www.zerohedge.com/news/2015-01-19/spot-trend-richest-1-are-about-own-over-half-global-wealth

 

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