Comics & Graphic Novels RECENSIONI

100 sfumature di Ratto

Scritto da Rorschach

E’ lui. Il personaggio fumettistico più divertente degli ultimi 15 anni. Un vero e proprio caso editoriale che ha appassionato fan dei comics di vecchia data e nuovi lettori. Uno scrittore che è stato definito “il maggiore autore Marvel vivente” (Cit. Andrea Plazzi, che non è proprio l’ultimo arrivato in materia di comics).
Maschera gialla. Orecchie da topo. Muso da scimmia. Ci siete già arrivati immagino. No perché ho messo pure la copertina a tema con tanto di scritta, se davvero non ci siete arrivati avete seri problemi.
Insomma, Rat-Man. Lui. Si esatto, lui lui.
Quell’albo che spesso vedete con curiosità in edicola, quello che ha tanto la faccia da “fumettino per bambini”, è un qualcosa di esilarante e ha proposto, nel corso degli anni, delle sceneggiature che sono a dir poco meravigliose.

1r

Ma chi è Rat-Man? Sebbene la prima pubblicazione autoprodotta risalga al 1996, il Ratto è nella mente e nel cuore di Leo Ortonali, suo scrittore e  ideatore, già da molto, molto prima. La sua prima presentazione al pubblico risale al 1989 con una storiella di 14 pagine che racconta le origini del nostro protagonista parodiando quelle del primo Batman cinematografico. Il Leo che abbiamo in questa storia ha un tratto un po’ acerbo che deve ancora svilupparsi pienamente (cioè diciamolo, il disegno è proprio fatto col culo da migliorare). Tuttavia possiamo già toccare con mano quella che è la vera potenza di questo autore: tempo comico e capacità d’intreccio. E’ grazie a queste doti che il nostro Leo riesce a portare a casa il premio come “miglior sceneggiatura” al Salone Internazionale di Comics e del Cinema d’Animazione di Lucca l’anno successivo.

2rDa allora, con una lunga scalata editoriale, pubblicazioni bimestrali, Tutto Rat-Man, Rat-Man color special, un incredibile numero di premi e riconoscimenti e addirittura un cartone animato (!) la strada è in discesa.
Per noi intendo.
Per Leo sarà un inferno. “Hai voluto la bicicletta?…”
Scadenze da rispettare, storie da mandare avanti, caricature, nuove gag, parodie da gestire e una coscienza morale che gli impedisce di mettere su carta qualunque tipo di porcata pur di finire il lavoro, saranno state dei veri e propri incubi per il nostro autore.

3r

Ma veniamo a noi, che cos’ha Rat-Man per esser diventato un fumetto con una portata così ampia? Le vignette di Leo hanno raggiunto non solo il cuore di molti italiani, ma la sua fama è arrivata anche e lettori americani, francesi, brasiliani e giapponesi (!). Il sito internet con la mappa dei visitatori da tutto il mondo ne è una prova. Un successo che, sicuramente, nel lontano 1989 il nostro autore non si sarebbe minimamente immaginato.
Le storie di Leo sono esilaranti. Riescono a mescolare in modo efficace trama e umorismo, malinconia e sorrisi, parodia e originalità. È uno dei pochi scrittori di fumetti che riesce a non deludere mai i suoi lettori. Quando prima parlavo di una coscienza morale che impedisce di scrivere qualunque porcheria non esageravo.
E’ davvero così. Ogni albo non delude mai. MAI. Ogni due mesi è la stessa storia: si va in fumetteria, si compra questo albetto quasi insignificante, si torna a casa, ci si siede sul cesso e ci si stupisce. Si ride come se fosse la prima volta che ci addentriamo nelle storie di questo personaggio.

4r

Volevate le risate? Volevate tempi comici? Volevate battute vivaci? Volevate gag stupide? Bene. Rat-Man è tutto questo.
E’ quello che fa per voi. Vero?
No. O meglio, non solo. Assolutamente no.

5r

Leo Ortolani è un truffatore. Un truffatore un po’ strano. Ti attira con la gag, con l’idea del fumetto stupido, della storiella divertente. Ti conduce dove vuole lui molto lentamente. Quando alla fine te ne accorgi è troppo tardi: sei finito in una storia seria. Una storia bella. Ecco il perché dell’elogio di Plazzi.
Avete presente i grandi eventi Marvel? Quelle storie iperpubblicizzate che ti ci mettono dentro gli scontri, i cazzotti, raggi laser e un disegnatore così bravo da rimanere a bocca aperta? Ecco. “Sarà una figata” pensi. “Finalmente cambierà qualcosa nel Marvel Universe! Chissà quali saranno le conseguenze!”.
Finché, mese dopo mese, non lo realizzi: sei stato preso per il culo ancora una volta. Ci sei cascato. Come sempre.
E ci ricascherai ancora, lo sai già.
Secret Invasion è una porcata.
Assedio? Pure.
Fear Itself? Anche.
Shadowland? Madonna.
Avengers vs X-Men? Che lo dico a fare.
Lo standard di qualità proposto dal Ratto è raro se si entra in quest’ottica. Ahimè, però, il lettore medio di Rat-Man la pensa in modo diverso:
“Hey hey tu, calma. Non esageriamo adesso. Quello che dici forse è vero, ma io ho comprato Rat-Man perché mi faceva ridere, c’erano i disegni buffi. Adesso è diverso, voglio tornare alle origini. Quelle belle storie dove ci si divertiva mi mancano. Che roba è questa ‘trama’ che volete propinarmi?? Visto che bello l’ultimo film su Thor? Ci sono i cazzotti!! MOH.

Piccoli bastardi, vi prenderei a schiaffi.
L’intreccio è studiato come si deve. I personaggi sono caratterizzati bene. La trama generale procede con grande efficacia e le gag, che nei primi anni erano il motore delle vendite, ora sono quasi superflue. Il cambio di registro dell’autore è stato lento, ma efficace.  E chi si lamenta e richiama a gran voce le storie vecchie, quelle tutte risate e stronzate, può andare a comprare Deadpool e levarsi dai coglioni.

6rRat-Man, fumetto che prima leggevi sul cesso, adesso diventa lettura interessante. Lo compri e lo spolpi sul divano. E’ un piacere. Non vedi l’ora di vedere come vadano a finire certe storie. Run come “I Sacrificabili”, “Pubblicato a morte”, “Tu non voltarti mai” con il loro imprevedibile susseguirsi di eventi e personaggi che, pur essendo nuovi, riescono ad essere credibili e avvincenti hanno molto da insegnare a famosi sceneggiatori Marvel d’oltreoceano. Storie come “Il prigioniero” e “La discesa” posseggono, invece, una profonda vena noir che affonda in tutta la storia. Vogliamo parlare della scena delle palpebre? Splendida. E il tratto di china “graffiata” che caratterizza tutta la run? Mamma mia.

7r

E non finisce qua. Racconti introspettivi e autobiografici come “Non di questo mondo”, “Le sconvolgenti origini del Rat-Man” e “La storia finita” sono semplicemente meravigliosi ed episodi fuori continuity come “Catene”, “Sapore di Sale” e “La sentinella” non sono le “solite-storie-riempi-buchi” che non ti lasciano niente, la cura nel creare qualcosa di bello e avvincente si trova anche lì, vivida e pulsante. E questo non significa che manchi il divertimento. La battuta è presente, certo, su Rat- Man si riesce a ridere di gusto ancora dopo tanti anni di lettura. La gag proposta da Leo è sempre nuova e storie puramente parodiali di film o altri comics (come “I fantastici”, “299”, “Ratto”, “Dal Futuro”, “L’araldo” e così via) sono delle chicche da non lasciarsi mai scappare.

Siamo quindi arrivati a 100 numeri. 100 pubblicazioni incredibili. Ognuna con più di 60 pagine di contenuti interessanti. Se infatti alle storie del Ratto aggiungiamo i racconti esilaranti de “I miei ragguardevoli sabati sera” e di “Esopo Reloaded” di Michele Ampollini e Marcello Cavalli e le strisce dell’Ultima Burba, Clan, Venerdì 12 e Quelli di Parma possiamo davvero dire che abbiamo fra le mani un albo di qualità che vale ogni centesimo di quello che hai speso.

9r

C’è rispetto in questo. Da parte dello scrittore verso chi lo sta leggendo. O magari c’è semplicemente un amore spassionato verso la nona arte. Sentimento che ti impedisce di fare una pubblicazione “giusto per farla”. O magari sono entrambe le cose, chissà. Sta di fatto che noi lettori lo riconosciamo. Ce ne accorgiamo. E non possiamo fare altro che ringraziare quegli autori che tengono duro e si impegnano nella ricerca di qualcosa di bello.

Un brindisi allora. A questi 100 numeri e ad una fine di Ratman, magari.
Non prendetevela, non è un controsenso. Ogni bella saga ha bisogno di una degna conclusione prima che si trascini sull’onda passiva di vendite assicurate da lettori affezionati e che perdi di qualità nel tempo (ogni riferimento ai comics della Sergio Bonelli è puramente casuale).
Forse questa potrebbe essere l’occasione giusta. Rat-Man ha preso abbastanza da Leo. Ci potranno essere altre storie, altre trame, altre pubblicazioni di qualità anche con l’aiuto di qualche buon disegnatore questa volta. Potrebbe essere una ventata di novità nell’intero panorama fumettistico italiano.

La chiusura di Rat-Man potrebbe davvero essere l’inizio, e non solo la fine, di qualcosa di incredibile.
Lo sapremo nei prossimi mesi. In ogni caso, grazie Leo.

Fletto i muscoli e sono nel vuoto.

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Rorschach

Studente di ingegneria, lettore di fumetti, bassista occasionale, amministratore e scrittore sconclusionato.
Non credo nelle descrizioni da blogger e quello che leggo su internet, non dovreste farlo neanche voi. Forse. Chissà. Meh. Fanculo.